È stato approvato l’emendamento al Ddl Concorrenza di Fratelli d’Italia in IX Commissione del Senato, che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici: i valori passano dagli attuali 6 volt metro a 15. L’aumento dei limiti è passato nonostante le proteste di numerose associazioni ed esperti che segnalano i possibili rischi per la salute.
È stato approvato l’emendamento al Ddl Concorrenza di Fratelli d’Italia in IX Commissione del Senato, che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici: i valori passano dagli attuali 6 volt metro a 15. L’aumento dei limiti è passato nonostante le proteste di numerose associazioni ed esperti che segnalano i possibili rischi per la salute.
L’emendamento prevede l’adeguamento, quindi l’innalzamento, entro 120 giorni e hanno cantato vittoria gli operatori e le aziende del settore che così potranno potenziare le reti per la diffusione del 5G.
Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, ha sottolineato che tale aumento è stato deciso «senza alcun riferimento scientifico e senza fare un passo indietro sulle tecniche di misurazione. Siamo, infatti, l’unico Paese in Europa che misura i campi sulla media delle 24 ore invece che sulla media dei 6 minuti. Si tratta di una scelta insensata che accontenta le richieste di parte dell’industria del settore», ma che è «potenzialmente pericolosa per la salute della popolazione, considerando che le ultime ricerche mettono ben in evidenza come gli attuali 6 V/m siano cautelativi. Al Governo e al Parlamento torniamo a ribadire l’importanza di aprire un tavolo di lavoro e di confronto per ragionare sulle possibili strategie da mettere in campo, per raggiungere gli auspicabili e fondamentali obiettivi di digitalizzazione del Paese, mettendo in primo piano la salute dei cittadini».
Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente, afferma come si tratta di «una scelta che non tutela affatto la popolazione da possibili rischi, e che serve solo a far risparmiare i grandi gestori che, secondo gli studi da loro stessi sostenuti, avrebbero dovuto spendere tra i 3 e i 4 miliardi di euro per reingegnerizzare e/o collocare oltre 24700 antenne. Numerosa la letteratura scientifica che non viene presa in considerazione con questa scelta e che sottolinea effetti avversi non termici correlati alla esposizione ai campi elettromagnetici artificiali emessi da apparati radioelettrici (come tumori, malattie neurodegenerative, deficit di attenzione e memoria, elettrosensibilità, disturbi cardiocircolatori, danni alla fertilità maschile e femminile, danni al DNA; si veda, a titolo di esempio, Bioinitiative Report 2012-20222 ), nonché con riferimento alle nuove tecnologie di comunicazione mobile (STOA 20213 – IEEE 20234 ). Legambiente, che non è affatto sola in questa battaglia ma accompagnata dalla Rete 6 V/m per 6 minuti e da numerosi scienziati e ricercatori, esprime la netta contrarietà a questa scelta, che non ha nessun presupposto né tecnico né tanto meno scientifico. Infatti, non esiste neanche il fantomatico problema della saturazione degli spazi elettromagnetici. Gli operatori TLC, all’atto di presentare ad Arpa un progetto ai fini del nulla osta radioelettrico, non dichiarano mai il valore effettivo che produrrà quell’impianto, ma la potenza massima che consente di non sforare il limite in vigore, in modo di accaparrarsi tutta la capacità trasmissiva, evitando che la concorrenza possa utilizzarla».
È intervenuto anche il Codacons che «si schiera nettamente contro l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici e giudica gravissimo il comportamento del Governo che dovrebbe tutelare con ogni mezzo possibile la salute umana. Come associazione ambientalista da sempre combattiamo il problema dell’inquinamento elettromagnetico, e proprio grazie alla nostra battaglia si era giunti in Italia a limiti stringenti all’elettrosmog – spiega il Codacons – L’emendamento approvato rappresenta un pericoloso passo indietro: si baratta la salute dei cittadini con gli interessi delle società delle telecomunicazioni, le uniche che otterranno vantaggi economici dall’innalzamento dei limiti. Una decisione che arriva senza tener conto delle preoccupazioni della comunità scientifica e nonostante i tanti dubbi espressi dalle associazioni ambientaliste circa le tecniche di misurazione delle emissioni. Per tale motivo siamo pronti a proseguire la battaglia legale nelle sedi opportune contro qualsiasi aumento delle esposizioni ai campi elettromagnetici».
Già nei mesi scorsi era intervenuta con un parere critico e scientificamente motivato la Rete 6 V/M, di cui fanno parte Legambiente, Lettelariamente APS, Comitato cittadini Ciampino no Antenna, ISDE Medici per l’Ambiente, Associazione Nazionale Riconoscimento MCS OdV, Gruppo Stop 5G Emilia, Associazione Atto Primo Salute Ambiente Cultura ODV, Associazione La Libellula, Gruppo per l’ambiente Valle del Serchio. Ne fa parte anche la dottoressa Fiorella Belpoggi, direttrice scientifica emerita dell’Istituto Ramazzini, membro del Comitato Scientifico di ISDE Medici per l’Ambiente, del Comitato Etico Scientifico di Europa Verde e del Consiglio Esecutivo del Collegium Ramazzini.
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Letture utili
“È tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno”. Fiorella Belpoggi ha preso in carico le parole di Marie Curie e le ha fatte sue, diventando una scienziata di fama mondiale senza perdere misura, né gentilezza.
Raccontare la sua storia significa ripercorrere la specificità di una ricerca indipendente, unica in Italia per il semplice fatto di essere finanziata non dall’industria o da qualche università, ma da oltre 30.000 soci, tra semplici cittadini, associazioni ed enti vari. Sono questi, infatti, i finanziatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna, di cui la Belpoggi è direttrice. Un ente di ricerca autonomo, libero da qualsiasi pressione, nato per evidenziare le strette connessioni tra ambiente e salute e disvelare i guai provocati da un’idea malsana di progresso, con tutte le sue conseguenze. Un percorso, quello della Belpoggi, faticoso, accidentato, per molti versi complicato, ma anche ricco di scoperte esaltanti, incontri stupefacenti e riconoscimenti internazionali.
Il libro, scritto a quattro mani da Fiorella Belpoggi e dalla giornalista Licia Granello, è la storia dell’utopia realizzata di una ricerca scientifica dal basso, orientata al bene comune e non agli interessi di parte, i cui studi, condotti nel corso di oltre 40 anni su oltre 200 agenti chimici, hanno costituito la base scientifica normativa a livello nazionale e internazionale.
Parte dei proventi di questo libro andranno a sostegno delle attività dell’Istituto Ramazzini – www.istitutoramazzini.it
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Il libro offre una panoramica dei rischi prodotti dai campi elettromagnetici dei più moderni strumenti tecnologici.
L’autore indica i confini e le linee guida dell’elettrosensibilità, una nuova forma di malattia ambientale altamente invalidante e tipica dell’Era Elettromagnetica, patita da un numero sempre più grande di cittadini invisibili, costretti alla fuga da città e modernità. Nel libro sono raccolte le testimonianze dei malati e le sentenze che stabiliscono il nesso telefonino=patologie; vengono raccontati i lati oscuri dell’elettrosmog e svelate le incongruenze, le distorsioni metodologiche e i conflitti d’interesse. Capitoli molto importanti sono inoltre dedicati alle più efficaci terapie elettrodesensibilizzanti, che vengono in aiuto per cercare di ridurre l’impatto dei campi elettromagnetici sugli esseri umani.
Un libro inchiesta fondamentale per una corretta informazione e per chiedere ai cittadini e alle istituzione una presa di coscienza dei rischi dell’elettrosmog in nome del Principio di Precauzione.
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Cosa sappiamo davvero del 5G e dei suoi effetti? Smart city, intelligenza artificiale, wi-fi irradiato dai satelliti, robotica e automazione, raccolta e controllo dei nostri dati… tutto questo verso quale futuro ci sta traghettando? L’autore, passando in rassegna documenti inediti, studi e dichiarazioni ricostruisce le origini, le relazioni, i conflitti d’interesse e i pericoli del presente e del futuro ipertecnologico.
Un libro-inchiesta di stringente attualità che dà voce ai cittadini, agli esperti, ai medici e agli scienziati che si sono impegnati per evidenziare i lati oscuri del wireless di quinta generazione.
Nessuno è poi in grado di prevedere quali saranno gli effetti dell’accumulo così elevato di radiofrequenze sull’ambiente e la salute dell’uomo e degli animali. Allora perché non far valere il principio di precauzione, che dovrebbe essere applicato a ogni nuovo prodotto per limitarne la diffusione fino a quando non ci sono prove certe della sua innocuità?
Purtroppo con il 5G questo non sta accadendo.