Propoli: l'antibiotico di Madre Natura
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Da sempre, la sua funzione principale è stata quella di agire come antibiotico naturale, cosa che ritroveremo poi in epoca moderna. Conosciuta nel mondo greco e romano, veniva utilizzata soprattutto per curare le ferite di guerra.
Aristotele, nel suo «Storia degli animali», ne parla come di un «rimedio per le affezioni della pelle, piaghe e suppurazioni». Viene citata nel «Corpus Hippocraticus» per la guarigione delle ferite e delle ulcere1. Nel II secolo a.C. Galeno la menziona nei suoi trattati e successivamente anche Avicenna ne esalta le qualità nel «Canone della scienza medica».
Più ci avviciniamo all’era moderna e più riscontriamo il grande successo di questo rimedio; cominciano così a nascere i primi trattati che citano più precisamente le attività della propoli.
Abbiamo testi di medicina russa del XII secolo dove la si consiglia in caso di mal di gola, mal di denti e per cicatrizzare le ferite. Gli usi che se ne fanno sono molteplici: da rimedio per gli stati febbrili a sostanza antibatterica lavorata col legno, destinato poi alla fabbricazione di giocattoli. Nel Medioevo la propoli viene largamente usata e nel 1900 raggiunge la massima popolarità durante la guerra dei Boeri in Africa, dove viene impiegata, sotto forma di unguento, come medicamento per le ferite dei soldati.
All’inizio degli anni ’70 finalmente alcuni ricercatori cominciano lo studio approfondito di questa sostanza così particolare…..
Sempre nell’articolo:
>> L’alveare e i suoi abitanti
>> I costituenti principali
>> Indicazioni d’uso
>> Posologia: tintura idroalcolica al 30%; tintura idroalcolica al 95%; estratto secco nebulizzato; controindicazioni.
La versione completa dell’articolo “Propoli: l’antibiotico di Madre Natura” di Silvia Ricci, è disponibile nel numero di Novembre 2009 di Terra Nuova e nel formato ebook.
La rivista TERRA NUOVA