Super batteri resistenti agli antibiotici: il dossier di Terranuova
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“C’è bisogno di dichiarare una guerra, una guerra contro questi batteri”, ha affermato il direttore Marc Sprenger. “Se non lo facciamo, ci prenderemo un sacco di infezioni e i pazienti più vulnerabili si ammaleranno ancora più gravemente e non avremo gli antibiotici per curarli”.
In tutta la regione europea, il tasso di resistenza agli antibiotici di ultima generazione da parte della cosiddetta Klebsiella Pneumoniae è più che raddoppiato (15% rispetto al 7% di cinque anni fa). “E quel che è più preoccupante è che c’è una grande diversità tra i diversi Paesi in Europa, e in
qualche Paese c’è una resistenza di quasi il 50%”. La K.Pneumoniae è la causa comune della polmonite, delle infezioni alle vie urinarie e delle infezioni al sangue nei pazienti ospedalieri. Il ‘superbug’ è resistente anche a una classe di farmaci chiamati carbapenemici, gli antibiotici più potenti conosciuti, che sono di solito considerati dai medici l’ultima linea di difesa. Secondo l’ECDC, diversi Stati membri stanno segnalando che tra il 15 e il 50% delle K.Pneumoniae da infezioni del flusso sanguigno sono resistenti ai carbapenemici. La resistenza agli antibiotici è in larga misura scatenata dall’uso improprio e dall’abuso di antibiotici, i quali incoraggiano i batteri a sviluppare nuovi modi per combatterli.
Gli esperti sostengono che in parte sono responsabili i medici di base che prescrivono antibiotici ai pazienti che li chiedono senza averne bisogno; in parte sono gli stessi ospedali ad abusarne. “Il 50 per cento dell’uso di tutti gli antibiotici negli ospedali può essere inappropriato”, sostiene l’ECDC, esortando ad un uso più consapevole.