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Tredici associazioni mediche: «Moratoria 5G, niente wifi nelle scuole e stop ingerenza delle industrie nelle decisioni»

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Tredici associazioni mediche internazionali, tra cui Isde-Associazione Medici per l’Ambiente, hanno siglato un Consensus Statement sui rischi dell’esposizione alle radiofrequenze, il 5G in particolare, chiedendo misure rigorose, moratorie e scelte che minimizzino i pericoli per la salute.
Tredici associazioni mediche: «Moratoria 5G, niente wifi nelle scuole e stop ingerenza delle industrie nelle decisioni»
Tredici associazioni mediche internazionali, tra cui Isde-Associazione Medici per l’Ambiente, hanno siglato un Consensus Statement sui rischi dell’esposizione alle radiofrequenze, il 5G in particolare, chiedendo misure rigorose, moratorie e scelte che minimizzino i pericoli per la salute.
Il documento originale è disponibile QUI, mentre la traduzione italiana predisposta da ISDE Italia è disponibile QUI.
«Le emissioni in radiofrequenza sono generate da telefoni cellulari, stazioni radio-base, router e computer con Wi-Fi, telefoni senza fili, sistemi di sicurezza, contatori “smart-meter”, orologi fitness, baby monitor e molti altri dispositivi, tra i quali la tecnologia indossabile e dispositivi utilizzati in stretta prossimità di feti e neonati – spiegano da ISDE – La tecnologia 5G si sommerà all’esistente utilizzando frequenze più elevate, trasmesse da antenne non ancora testate in riferimento alla sicurezza per l’uomo, in aree densamente urbanizzate e in assenza di una normativa adeguata. Tutto questo può aumentare il rischio sanitario, soprattutto in individui particolarmente vulnerabili».
Il documento pone richieste specifiche alle Istituzioni e alle Autorità responsabili della Salute pubblica:
  1. Moratoria immediata su 5G, smart meters, dispositivi wireless e qualsiasi altra nuova sorgente di emissione di radiofrequenze;
  2. Definizione di limiti di sicurezza per la salute pubblica che considerino gli effetti biologici delle radiofrequenze e che siano realmente efficaci;
  3. Abolizione dei sistemi Wi-Fi, di telefonia mobile e di altre sorgenti emissive di radiofrequenze nelle scuole e in aree ad esse limitrofe;
  4. Predisposizione di aree a bassa esposizione elettromagnetica per proteggere coloro che accusano malessere se esposti a radiofrequenze o che non acconsentono all’esposizione;
  5. Programmi di formazione sulle malattie / effetti correlati all’esposizione elettromagnetica rivolti a professionisti sanitari;
  6. Tolleranza zero nei confronti delle ingerenze dell’industria tecnologica nella formulazione di politiche di salute pubblica e esclusione di soggetti con conflitti di interesse dagli organi consultivi ufficiali.
«L’evoluzione tecnologica deve essere favorita ma non deve essere dannosa per i sistemi biologici, in primis per l’uomo. Esistono alternative (ad esempio reti cablate) più sicure, sostenibili e accessibili a tutti» conclude ISDE.

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