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Troppe risonanze inutili sugli anziani

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Da Trento alla Liguria, dalla Basilicata all’Emilia Romagna, passando persino per il virtuoso Veneto: troppe e prescritte in modo inappropriato le risonanze per problemi di artrosi degenerativa per gli over 65.
Da Trento alla Liguria, dalla Basilicata all’Emilia Romagna, passando persino per il virtuoso Veneto: troppe e prescritte in modo inappropriato le risonanze per problemi di artrosi degenerativa per gli over 65. È quanto emerge dai risultati della valutazione della performance dei sistemi sanitari registrati nel 2013, realizzato dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa su un gruppo di 10 regioni che hanno deciso di lasciar valutare i propri sistemi sanitari in base a 160 parametri di efficienza.  Dalla studio risulta anche che in Emilia Romagna i ricoveri durano meno, in Veneto sono meno frequenti. Nella Provincia di Bolzano si consumano meno antibiotici inutili, l’Emilia Romagna risulta essere la regione in cui, a parità di tipologia, i ricoveri, durano meno, ma il Veneto è la regione che ne vanta il numero più basso, solo 136 per 1000 abitanti, a fronte della Provincia di Bolzano che ne conta 184, seguita da Trento e Liguria a quota 167.   «Ogni Regione ha dei punti di forza, qualcosa da insegnare. La nostra intenzione non è dare pagelle ma cercare di capire, per ogni performance, quanto ognuna possa migliorare, perchè al loro interno registrano variabilità rispetto ai risultati», spiega Sabina Nuti responsabile dello Studio. Punto debole di molte regioni, quello delle risonanze muscoloscheletriche a over 65, «un parametro – spiega Nuti – che indica l’utilizzo di uno strumento diagnostico costoso in termini di personale e macchine, per un problema per il quale non è risolutivo e che comunque potrebbe essere diagnosticato in modo diverso. Ciò significa che quando se ne ha bisogno, magari per problemi oncologici, ci troviamo liste d’attesa lunghe. Bisogna sensibilizzare chi la prescrive». Un indicatore in cui non eccelle l’Emilia (27 prestazioni l’anno su 1000) nè il Friuli (29), ma neppure Veneto e Liguria, mentre la best practice è detenuta dalle Marche (16). Buoni risultati anche per l’Emilia Romagna. La terapia del dolore è ampiamente utilizzata in Friuli Venezia Giulia e Liguria, come dimostra l’elevato consumo di farmaci oppiodi, al contrario di quanto accade nelle Marche. Mentre l’integrazione ospedale-territorio e l’assistenza per le patologie croniche sono il cavallo di battaglia della Toscana.  La spesa farmaceutica territoriale procapite più alta spetta alle Marche, con 202 euro a cittadino a fronte di 137 spesi a Bolzano, il miglior risultato. Qui anche l’appropriatezza prescrittiva farmaceutica è buona (ad esempio si consuma la metà di antibiotici rispetto alla Toscana), ma troppo alto il costo sanitario procapite (2.333 euro per abitante a fronte del 1787 del Veneto). Buone performance da parte dei pronto soccorso della Basilicata mentre l’Emilia Romagna vanta la best practice per l’adesione agli screening oncologici, seguita dal Veneto. Il Friuli Venezia Giulia, conferma la tradizione e si distingue per le prestazioni per problemi legati alla salute mentale (come mostra il basso tasso di ricoveri ripetuti di pazienti psichiatrici, poichè ben ‘presi in caricò). Un’area da migliorare, invece, in Toscana.

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