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Un europeo su 5 ha mal di schiena. I chiropratici: «Inseriteci nel sistema sanitario pubblico»

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L’Associazione Europea dei Chiropratici ha lanciato un appello ai governi membri della UE dopo lo studio, pubblicato su The Lancet, che attesta come un cittadino su cinque abbia problemi a causa del mal di schiena cronico: «La chiropratica può fare molto, inseriamola nei sistemi sanitari pubblici».
Il dolore cronico dovuto al mal di schiena colpisce un cittadino europeo su cinque. «E’ quanto pubblicato di recente dall’autorevole rivista medico-scientifica inglese The Lancet, che in tre diversi documenti offre una panoramica generale sul dolore lombare e sulle conseguenze di questa vera e propria “epidemia” a livello sociale ed economico» spiega John Williams, il presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici.
«Gli studi pubblicati su “The Lancet” (2018; 381:2356-2388) hanno spinto l’associazione europea (European Chiropractors’ Union – ECU) a chiedere con forza ai Governi, che ancora non lo hanno già fatto, di armonizzare le legislazioni in tema di sanità pubblica – spiega Williams – La situazione viene spiegata dal professor Jan Hartvigsen del Dipartimento di Scienze dello sport e Biomeccanica clinica presso la University of Southern Denmark e co-autore dei documenti, per riassumere i messaggi chiave contro le patologie legate al sistema muscolo-scheletrico».

Schiena e dolore cronico

«La fonte più comune del dolore cronico è dunque la schiena – prosegue Williams – Una patologia che colpisce tutte le fasce di età. Secondo quanto riportato dagli studi scientifici pubblicati, il 68% dei pazienti afferma di sentire dolore per più di 12 ore al giorno, e, nonostante le cure ricevute dai medici, circa un terzo di essi ritiene di essere stato scarsamente informato sulle differenti opzioni per gestire il dolore. Ma il dolore cronico derivante dal mal di schiena ha un grande impatto anche sui sistemi sanitari e a livello sociale, tanto che viene stimato un costo totale per i sistemi sanitari europei di circa 300 miliardi di euro, con un peso relativo nei singoli paesi europei che arriva a rappresentare tra il 2 e il 3 per cento del prodotto interno lordo».

Assenze dal lavoro

«Sempre a livello economico il dolore muscolo-scheletrico è causa di circa il 50 % del totale delle assenze dal lavoro nell’Unione Europea, per un totale di 500 milioni di giorni di malattia all’anno, (da considerare che le assenze durano almeno tre giorni), e rappresenta il 60% dei casi di incapacità lavorativa permanente – prosegue il presidente dell’AIC – Secondo quanto riportato dagli studi sul dolore della rivista The Lancet, inoltre, circa il 15 per cento degli europei che soffrono di mal di schiena, sono in congedo per malattia da oltre un mese».

Chi è colpito dal mal di schiena cronico

«La lombalgia risulta essere la prima causa di disabilità in tutto il mondo – fanno sapere i chiropratici italiani – più del cancro al polmone, intestino e seno, insieme. La situazione su questo fronte è particolarmente significativa: mentre si stanno facendo grandi progressi nella lotta contro il cancro, la disabilità globale dovuta alla lombalgia è più che raddoppiata negli ultimi 25 anni e si prevede che aumenti ancora. In qualsiasi momento, circa 540 milioni di persone nel mondo stanno soffrendo di lombalgia e l’invalidità derivante da questa patologia è più alta in età lavorativa, e diventa ancora più importante considerando che spesso le possibilità di cambiare lavoro sono limitate».
«Anche se la maggior parte degli episodi di lombalgia è di breve durata, gli episodi ricorrenti sono comuni e il mal di schiena è sempre più inteso come una condizione invalidante di lunga durata, con un andamento variabile.La lombalgia è una condizione complessa, dove sono molti gli aspetti che contribuiscono al dolore e alla disabilità. Esistono fattori psicologici, fattori sociali, fattori biofisici, comorbidità e meccanismi di elaborazione del dolore. Spesso il verificarsi di episodi di lombalgia e disabilità sono anche associati a cattivi stili di vita come il fumo, l’obesità e la scarsa attività fisica; tutti fattori che conducono a scarse condizioni di salute generale».
Limiti della diagnostica
«Ciò che aumenta la preoccupazione per questa patologia è che non esistono prove scientifiche che gli esami ad immagine (radiografie, TAC e risonanza magnetica della schiena) prescritti sistematicamente, migliorino i risultati – aggiunge Williams – E’ molto più probabile, infatti, che i pazienti che sono stati indirizzati a questi tipi di esami ricevano cure e interventi chirurgici addirittura non necessari. Negli Stati Uniti, i dati relativi all’anno 2011 evidenziano che sono stati spesi 12,8 miliardi di dollari per la chirurgia della funzione spinale, nonostante i significativi tassi di fallimento e le poche prove a sostegno del suo utilizzo per la maggior parte delle condizioni della schiena. Le autorità sanitarie pubbliche dovrebbero dunque adottare un sistema simile alla regolamentazione sui farmaci, vale a dire, includere trattamenti nei rimborsi pubblici solo se le prove dimostrano che sono sicuri, efficaci e convenienti».
«L’esigenza è dunque quella di combattere errori e malintesi diffusi sia nella popolazione, sia tra gli operatori sanitari, sulle cause, la prognosi e l’efficacia dei diversi trattamenti per la lombalgia che si basano spesso su modelli di cura frammentati e soprattutto sorpassati – dice Williams -I chiropratici, in questo ambito, possono essere una parte importante di un moderno approccio scientifico alle condizioni muscoloscheletriche. La chiropratica, infatti, è una professione sanitaria e non un semplice trattamento. I chiropratici sono laureati, sono preparati a livello scientifico e svolgono una funzione di primo contatto nell’accesso alle cure primarie per le persone affette da dolore cronico e disturbi del sistema muscolo-scheletrico».

Le legislazione

Ma qual è la situazione della legislazione sulla chiropratica? L’inserimento dei chiropratici nei sistemi sanitari varia tra i vari Paesi europei, ma è prevalente in molti sistemi sanitari europei avanzati: Norvegia, Danimarca, Svezia, Francia e Regno Unito.
L’European Chiropractors’ Union, l’associazione europea dei chiropratici, ammette come membri solo quelle associazioni che richiedono ai loro associati di essersi formati e istruiti con corsi accreditati, seguendo un percorso di formazione basato sulla professionalità internazionale.

Chi va dal chiropratico?

La maggior parte dei pazienti si rivolge ai chiropratici a causa di problemi legati alla colonna vertebrale: mal di schiena, dolore al collo e mal di testa. I chiropratici usano una gamma di trattamenti che sono universalmente raccomandati nelle linee guida basate sulle prove scientifiche di tutta Europa e del mondo, compreso l’invito ai malati a mantenere una vita attiva e lavorativa. «L’educazione del paziente, l’esercizio fisico e le varie forme di terapia manuale sono ulteriori basi di questo approccio – conclude Williams – La cura chiropratica è generalmente sicura, con pochi e transitori effetti collaterali. Gravi danni da trattamento chiropratico sono estremamente rari».

L’esercizio posturale unico

La dottoressa Chris Verhavert, fisioterapista di lunga esperienza che esercita in Toscana, ha anche messo a punto quello che ha chiamato l’esercizio posturale unico e sull’argomento è uscito un interessante e utile manuale: “Mai più dolori articolari con l’esercizio posturale unico” (Terra Nuova Edizioni).

L’economia articolare è un approccio integrato che permette di «risparmiare» le articolazioni ed evitare l’insorgenza di dolori o danni più seri e invalidanti.
Come stare seduti alla scrivania e in auto? Come lavorare al computer senza stressare i muscoli? Come scendere dal letto e spostare pesi? Con esempi ed esercizi pratici, questa preziosa guida fornisce indicazioni su come gestire correttamente il movimento, per intervenire sugli errori più comuni.
Chi invece soffre di malattie articolari e si trova in una condizione di «disagilità» potrà trovare indicazioni e suggerimenti per migliorare la qualità della vita, con un focus sulla cura della persona e le strategie per riorganizzare gli spazi della casa, affinché la patologia limiti il meno possibile la sua autonomia.
Arricchito da immagini, il libro presenta anche l’innovativo «esercizio posturale unico», un allenamento specifico molto semplice, rivolto a tutti, indicato sia per la prevenzione che per la cura dei disturbi legati ai muscoli e alle articolazioni.

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