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Vaccini Covid, quello che gli studi non dicono. L’intervento di Adriano Cattaneo dei NoGrazie

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Proponiamo l’intervento del dottor Adriano Cattaneo sui vaccini Covid, diffuso tramite l’associazione ” NoGrazie“, gruppo di medici e operatori sanitari che rifiutano compensi, finanziamenti o regali dalle case farmaceutiche. Afferma Cattaneo: «Gli articoli pubblicati sono stati scritti da ricercatori pagati delle due ditte e perciò con impliciti conflitti di interessi (…) I dati grezzi non sono a disposizione, e probabilmente non lo saranno per i prossimi due anni o più».
Vaccini Covid, quello che gli studi non dicono. L’intervento di Adriano Cattaneo dei NoGrazie
Ecco di seguito il testo dell’intervento del dottor Adriano Cattaneo per i NoGrazie.
«Dopo molti annunci, dichiarazioni e comunicati stampa, sono stati finalmente pubblicati i primi risultati degli studi di fase 3 per i vaccini di Pfizer e Moderna (1,2) entrambi basati sull’innovativa tecnologia di un pezzo di mRNA virale inserito in una nano particella di grasso. Diciamolo subito: gli articoli pubblicati sono stati scritti da ricercatori pagati delle due ditte e perciò con impliciti conflitti di interessi (CdI). Se al governo negli USA ci fossero stati i NoGrazie, gli studi di fase 3 sarebbero stati affidati a ricercatori privi di CdI e potremmo porre maggiore fiducia su metodi, risultati e interpretazione degli stessi. Inoltre, come scrive Peter Doshi nel suo blog sul sito del BMJ, i dati grezzi non sono a disposizione, e probabilmente non lo saranno per i prossimi due anni o più, per cui non siamo totalmente sicuri che Pfizer e Moderna non ci nascondano qualcosa (3). Al momento, dobbiamo accontentarci di ciò che passa il convento, e ragionarci sopra. Per farlo, meglio disporre di una tabella riassuntiva.
La prima cosa che salta agli occhi osservando la tabella è che non ci sono dati di mortalità né Covid-19 specifica né per tutte le cause, con l’eccezione del decesso registrato nel gruppo di controllo dello studio Moderna. Ovvio che non ci siano dati, visto che la mortalità non era tra gli esiti previsti dai protocolli di studio; sarebbero stati necessari campioni molto più grandi e tempi ben più lunghi, con logiche conseguenze sui costi. Tempi lunghi che sicuramente le ditte e i governi, che hanno finanziato parte degli studi, non erano disposti ad aspettare. Eppure ciò che tutti si aspettano dai vaccini anti-Covid-19 è che riducano i morti. Saremo mai in grado di rispondere a questa domanda?
Mancano nella tabella anche dati sulla prevenzione di casi asintomatici o pauci-sintomatici. Tutti i casi di Covid-19 citati corrispondono alle definizioni cliniche della FDA e si tratta sempre di malattia conclamata. Anche questa mancanza era prevista dai protocolli di studio. Sta di fatto che questi studi non permettono di stabilire se la vaccinazione contribuirà a interrompere la trasmissione. Unita al fatto che non si conosce la durata dell’immunità post-vaccinale, questa mancanza rende al momento difficile, se non impossibile, sostenere l’ipotesi che la vaccinazione permetta di raggiungere l’immunità di gregge.
Gli articoli non citano i NNV (number needed to vaccinate), cioè il numero di individui da vaccinare per evitare un caso o un caso grave di Covid-19. I dati forniti, però, ne permettono la stima, pur con qualche incertezza sul denominatore da usare; la scelta va dal numero di individui vaccinati con due dosi (opzione 1), al numero di quelli seguiti per tutto il tempo previsto dai protocolli (opzione 2), al numero totale di individui seguiti espressi in termini di persone/anno (opzione 3). Ho scelto l’opzione 2 e quindi la stima reale dei NNV potrebbe essere leggermente diversa. Il NNV per evitare un caso si aggira attorno a 100, per evitare un caso grave va da circa 500 (Moderna) a circa 2500 (Pfizer), per i pochi casi gravi registrati in quest’ultimo studio. Per evitare un decesso, ammesso che il vaccino eviti i decessi, questi ultimi numeri vanno moltiplicati almeno per 10.
Oltre che per stimare l’efficacia dei vaccini, i due studi sono stati condotti per valutarne la sicurezza. Le dimensioni dei campioni e le durate dei follow-up (circa due mesi) non permettono però di sapere qualcosa su eventi avversi rari e gravi, oppure tardivi. Sappiamo che le reazioni locali (dolore, arrossamento, gonfiore, linfoadenite) sono molto più frequenti nei vaccinati, ma sono passeggere, anche se in alcuni casi possono impedire di svolgere le normali occupazioni e possono richiedere cure mediche (i vaccinati hanno assunto molto più paracetamolo dei non vaccinati).
Anche le reazioni sistemiche (soprattutto stanchezza e mal di testa) sono più frequenti tra i vaccinati, anche se non ci sono differenze per quelle classificate come gravi. Ciò probabilmente significa che i vaccini stimolano molto il sistema immunitario. Questo è un bene, per quanto riguarda l’efficacia, ma potrebbe essere un male nel caso di reazioni eccessive, che potrebbero portare a malattie infiammatorie croniche o auto-immuni. In teoria potremmo saperne di più se i due studi mantenessero il follow-up per un paio d’anni, come previsto dai protocolli. Ma le ditte hanno annunciato che potrebbero vaccinare gli individui dei gruppi di controllo, per ragioni etiche. Se così fosse, sarebbe grave, visto che perderemmo la possibilità di comparare i vaccinati con i non vaccinati, e che per gli effetti avversi rari, gravi e tardivi dovremmo affidarci solamente alla sorveglianza di fase 4, sperando che le istituzioni decidano di instaurare una sorveglianza attiva.
Intanto negli USA e in Gran Bretagna, dove sono già state vaccinate milioni di persone, sono stati registrati alcuni casi di reazioni anafilattiche immediatamente dopo la vaccinazione. Reazioni rare, ma molto gravi e potenzialmente mortali, in mancanza di pronto intervento medico. Ne parla un editoriale pubblicato assieme ai due articoli di cui sopra. Le autrici ipotizzano che le reazioni anafilattiche siano associate ad alcuni eccipienti (glicoli polietilenici e polisorbati) presenti sia nei vaccini Pfizer e Moderna sia in quelli di Astra Zeneca, Janssen, Novavax e Sanofi Pasteur che saranno probabilmente autorizzati nel corso del 2021 (4). Se così fosse, e considerato che potrebbero essere vaccinati miliardi di individui, è necessario garantire che a ogni somministrazione sia presente personale medico in grado di intervenire prontamente ed efficacemente per salvare vite».
Note:
1) Polack FP, Thomas SJ, Kitchin N, et al. Safety and efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 vaccine. N Engl J Med 2020; 383:2603-15
2) Baden LR, El Sahly HM, Essink B, et al. Efficacy and safety of the mRNA-1273 SARS-CoV-2 vaccine. N Engl J Med 2020 December 30. DOI: 10.1056/NEJMoa2035389
4 Castells MC, Phillips EJ. Maintaining safety with SARS-CoV-2 vaccines. N Engl J Med 2020 December 30. DOI: 10.1056/NEJMra2035343

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