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Vaccino Hpv: su Report effetti collaterali e conflitti di interesse

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La trasmissione Report di Rai 3 si è occupata del vaccino hpv nella puntata del 17 aprile. Sono emersi effetti collaterali e conflitti di interesse. Riproponiamo anche il servizio pubblicato su Terra Nuova di febbraio riguardo la segnalazione al mediatore europeo.
Guarda, in fondo all’articolo, il video della puntata.
Ecco l’introduzione redatta dalla redazione di Report sul servizio andato in onda il 17 aprile.
«Il papilloma virus (HPV) è stato collegato all’insorgere del tumore al collo dell’utero. Per prevenirlo l’Italia è stata il primo paese in Europa ad introdurre il vaccino anti-papilloma virus, tra i più costosi in età pediatrica. Le nostre autorità sanitarie hanno potuto contare su una valutazione positiva dell’Agenzia Europea del Farmaco, che ha dichiarato sicuro questo tipo di vaccini. Ma le segnalazioni sui possibili danni causati dal vaccino anti HPV sono state correttamente valutate? Se lo chiede un team di ricercatori indipendenti danesi della rete “Cochrane Collaboration”, che ha presentato un reclamo ufficiale a Strasburgo. L’accusa è contro l’Agenzia Europea del Farmaco: avrebbe sottovalutato le reazioni avverse e ci sarebbero anche dei conflitti d’interesse che non sono stati».
Proponiamo anche l’articolo uscito sul numero di Terra Nuova di febbraio 2017 sulla questione della segnalazione al mediatore europeo.
«Con un elenco di diciannove punti, il Nordic Cochrane Centre(1), uno dei nodi europei della rete internazionale di ricerca indipendente Cochrane, denuncia omissioni ed errori dell’Ema (European Medicine Agency, l’agenzia europea per la sicurezza dei medicinali) nella gestione dei dati e degli studi sulla sicurezza ed efficacia del vaccino antipapilloma virus (Hpv), che le dodicenni continuano a ricevere da anni in Italia secondo quanto previsto dal calendario vaccinale. Peraltro, si tratta del secondo intervento critico(2) riguardo le procedure seguite dall’ente europeo sul vaccino in questione. Dal rapporto consegnato all’Ombudsman, il mediatore europeo(3), si evincono conflitti di interesse nonché problemi di mancanza di professionalità e trasparenza. Innanzi tutto, scrive il Cochrane Centre, «agli esperti che hanno dichiarato conflitti di interesse con aziende farmaceutiche o per particolari farmaci è stato permesso di partecipare alle riunioni del Scientific Advisory Group»; peraltro si sottolinea come diversi esperti abbiano omesso di dichiarare i propri conflitti di interesse. E ancora: «Non c’è stata nessuna restrizione per il responsabile del gruppo, Andrew Pollard, malgrado abbia dichiarato numerosi conflitti di interesse in relazione ai produttori del vaccino Hpv, GlaxoSmithKline e Sanofi Pasteur Msd». Riguardo agli studi prodotti sul vaccino, finanziati dalle case farmaceutiche, il documento riporta la mancanza di fiducia sul fatto che l’Ema abbia interpretato le ricerche in modo da assicurare la trasparenza, l’accessibilità dei dati e il rispetto dei diritti fondamentali di informazione, strumenti indispensabili per permettere ai cittadini di prendere decisioni consapevoli sulla loro salute. L’agenzia europea avrebbe infatti, sempre secondo quanto si legge sul documento, impedito all’opinione pubblica di conoscere le incertezze scientifiche esistenti riguardo la presunta sicurezza del vaccino Hov: «Il rapporto ufficiale pubblicato non dà conto del considerevole disaccordo tra gli esperti e dà l’impressione che il sospetto di danni conseguenti alla somministrazioni sia stato rigettato all’unanimità». Addirittura il Cochrane Centre scrive che il rapporto Ema avrebbe benissimo potuto essere scritto da un’agenzia pubblicitaria, dal momento che enfatizza studi non attendibili e mette al riparo il farmaco da ogni sorta di critica e di monito alla prudenza, pur esistenti e pubblicati. Nel documento si legge poi un’accusa assai pesante e cioè che l’agenzia europea per la sicurezza dei medicinali non avrebbe agito in nome del pubblico interesse e si afferma come sia indispensabile che vengano riviste e riformulate le procedure dell’Ema per la valutazione della sicurezza dei presìdi terapeutici. A differenza degli Stati Uniti e dell’Europa, dove il vaccino antipapilloma virus viene incentivato, in Giappone nel 2013 il ministro della salute ha revocato la raccomandazione alla somministrazione per tutte le ragazzine dai 12 ai 16 anni, modificando una decisione adottata in precedenza. Il provvedimento è arrivato in seguito alla segnalazione di circa 2.000 eventi avversi manifestatisi in seguito alla vaccinazione stessa(4)».
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