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“11 settembre: la nuova Pearl Harbor”: il documentario

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E’ stato pubblicato 
, in tre puntate su Dvd, il nuovo documentario di Massimo Mazzucco “11 settembre: la nuova Pearl Harbor” che propone una sintesi degli argomenti principali che, negli ultimi 10 anni, hanno dato vita al dibattito sui fatti americani a livello internazionale.
E’ stato pubblicato
, in tre puntate su Dvd, il nuovo documentario di Massimo Mazzucco “11 settembre: la nuova Pearl Harbor” che propone una sintesi degli argomenti principali che, negli ultimi 10 anni, hanno dato vita al dibattito sui fatti americani a livello internazionale. Il documentario dura complessivamente 5 ore: vengono presentate le prove che in questi anni hanno teso a smentire la versione ufficiale, prove raccolte dal
, il Movimento per la Verità sull’11 settembre. Poi vengono proposte le risposte che i difensori della versione ufficiale  hanno dato per ciascuna di queste prove. Sezione per sezione, argomento per argomento, lo spettatore può valutare. Intanto è di pubblico dominio il lavoro eseguito dal panel di
che ha analizzato le immagini di quelli che sono stati presentati come 19 dirottatori dei quattro voli American Airlines e United Airlines: il panel ha concluso che tali immagini sono state manomesse, o falsificate. Secondo questo gruppo di lavoro non esistono immagini attendibili di nessuno degli imbarchi dei presunti terroristi islamici effettuati quella mattina nei diversi aeroporti di partenza. Il giornalista Giulietto Chiesa, in un suo intervento, spiegava come le “cosiddette prove” degli imbarchi fossero concentrate soltanto in due  video. Degli altri 12 presunti dirottatori non sarebbero state fornite immagini. Chiesa, che fa parte del panel di esperti, afferma che ci sono contraddizioni nelle diverse versioni fornite da CIA, FBI, 9/11 Commission Report. Interessante anche
che ricorda ciò che lo inquietò in quei primi minuti, dopo l’attentato. “Come ex membro dell’apparato del Congresso – dice Roberts – e come funzionario di nomina presidenziale per alti compiti, io avevo accesso a segreti di primaria importanza in termini di sicurezza. Ai miei compiti di assistente al segretario al tesoro degli Stati Uniti si aggiungevano responsabilità nella Fema (Federal Emergency Management Agency, ndr) in caso di attacco nucleare. C’era una montagna dove nascondersi alla quale si supponeva che io avrei dovuto fare rapporto nel caso di un attacco nucleare e in cui  io sarei stato incaricato di assumere  il governo degli Stati Uniti  nel caso che nessun più alto dirigente fosse sopravvissuto all’attacco. E più la faccenda dell’11/9 era raccontata dai media, più diventava inverosimile. Non è credibile che non solo la CIA e l’FBI abbiano fallito nel compito di individuare il complotto, ma anche tutte le altre 16 agenzie di intelligence, ivi inclusa la National security Agency, che spia chiunque sul pianeta, e la Defense Intelligence Agency, il Mossad israeliano, e le agenzie d’intelligence degli alleati di Washington nella Nato. Semplicemente ci sono troppi osservatori e troppi infiltrati nei gruppi terroristici per poter accettare che un attacco di tale complessità si sia potuto realizzare senza essere scoperto e sia stato possibile portarlo a compimento senza essere impedito” .
In allegato l’intervista a Massimo Mazzucco. 

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