«Costruire comunità sostenibili e solidali per non permettere che questa crisi distrugga il nostro tessuto economico e sociale fatto in primis di piccoli produttori, negozi a conduzione familiare, mercati, artigiani e piccole imprese»: è l’appello di R2020 che ha individuato una serie di proposte concrete per «fare comunità intorno alla spesa».
«Costruire comunità sostenibili e solidali per non permettere che questa crisi distrugga il nostro tessuto economico e sociale fatto in primis di piccoli produttori, negozi a conduzione familiare, mercati, artigiani e piccole imprese»: è l’appello di R2020 che ha individuato una serie di proposte concrete per «fare comunità intorno alla spesa», «per aiutare l’economia del nostro territorio, sostenere le piccole realtà locali, assistere chi vive un momento di difficoltà anche attraverso i nostri acquisti».
Gli strumenti suggeriti da individuare e concretizzare sono: una lista di realtà locali aderenti; una mappa delle realtà locali aderenti suddivisa per piccoli negozi e botteghe, produttori locali e vendita diretta e mercati; un luogo virtuale di condivisione delle informazioni.
Ecco le modalità suggerite da R2020:
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Creare una lista di realtà locali dove fare spesa sul proprio territorio (nome, indirizzo, descrizione prodotti etc.), identificando i piccoli produttori e i negozi a conduzione familiare, con prodotti locali, tradizionali, di filiera corta, tutti coloro che sono impattati maggiormente dalla crisi e a rischio chiusura.
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Inserire le realtà su una
mappa virtuale (si può creare una mappa ad hoc – magari evitando Google – oppure utilizzare piattaforme esistenti come
VIVERE SENZA SUPERMERCATO).
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Stampare la mappa e l’elenco con i nomi delle realtà e le informazioni di base (cosa comprare e dove trovarlo) se si vuole divulgare e pubblicizzare l’iniziativa.
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Realizzare un luogo virtuale in cui condividere queste informazioni: un sito, un gruppo Telegram o un qualsiasi canale di condivisione.
Come procedere:
Una volta realizzato tutto il materiale e ottenuti i contatti e le adesioni da parte di negozianti e produttori, non ci resta che partire! Come? Facendo la spesa nei luoghi selezionati e pubblicizzando l’iniziativa all’esterno. Se abbiamo a che fare con un’amministrazione lungimirante e attenta all’economia del proprio territorio si può proporre al sindaco una collaborazione.
Ecco alcuni esempi di come l’amministrazione potrebbe essere d’aiuto:
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Divulgare il progetto e la mappa o l’elenco nei canali ufficiali, magari appendendo fisicamente la mappa nel Comune e pubblicarla anche sul sito dello stesso;
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Chiedere all’amministrazione di acquistare anch’essa prodotti locali o da rivenditori locali e supportare la rete attraverso l’adozione di buone pratiche per le mense pubbliche e i propri dipendenti.
A chi è rivolto:
«Per far partire questo progetto basterebbe anche una sola persona di buona volontà, ma l’opzione migliore è sempre un gruppo, ben variegato -spiegano da R2020 – In questo modo ci sarà chi si occuperà dell’elenco dei luoghi e del contatto con i produttori e chi della comunicazione, chi del contatto con l’amministrazione e chi della gestione della mappa… l’unione fa la forza!».
Altre iniziative correlate:
CREARE UNA CERTIFICAZIONE PARTECIPATA ovvero un patto di fiducia tra produttori responsabili e consumatori consapevoli attraverso il quale concordare una serie di impegni e di azioni volte al bene comune. Creare una certificazione partecipata significa riunire un gruppo di persone (produttori + consumatori) che creino una relazione diretta con i piccoli produttori locali, certificando il loro lavoro in termini di rispetto per l’ambiente e per la salute. Così facendo si liberano i produttori dal gioco della certificazione a pagamenti, si rinsaldano legami di fiducia e si è certi che la propria spesa sia sana ed equa. Per saperne di più leggi il
Sistema di Garanzia Partecipata stilato da Campi Aperti.
PROPORRE AI NEGOZIANTI LA SPESA SOSPESA Per incentivare l’acquisto locale si può anche proporre a chi aderisce un progetto di “spesa sospesa”. Nei prossimi mesi, infatti, molte famiglie saranno in difficoltà anche nel semplice approvvigionarsi il cibo. Chi potrà dare qualcosa in più, chi vorrà condividere l’eccesso, lo potrà fare nei punti vendita del circuito. Basterà apporre all’esterno il logo realizzato per far sapere ai clienti dell’opportunità. Un esempio: possibilità di acquistare gratuitamente il pane rimasto da un certo orario in poi. Comprare un chilo di zucchine per sé e lasciare un chilo di zucchine pagate per chi verrà dopo e ne avrà bisogno. Fornire, un giorno alla settimana, i prodotti in scadenza, a prezzi contenuti. Etc. L’idea prende spunto dalla famosa usanza del “caffè sospeso” di Napoli. Nella città partenopea infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale, la gente era solita pagare due tazze di caffè: una per sé stessa, ed una per chi non poteva permetterselo.