Amici fino in fondo
In caso di malattia incurabile o quanto l’animale è oramai molto anziano, andare dal veterinario per la “puntura” è una pratica sempre più diffusa. Molti vi ricorrono convinti che sia l’unico modo per ridurre le sofferenze, altri semplicemente per liberarsi di un animale malato che necessita di un’assistenza a volto molto impegnativa.
Quasi sempre è un atto di profondo egoismo: quello che si vuole evitare è innanzitutto la propria sofferenza.
In questo libro, l’autore narra la sua esperienza di veterinario al fianco di animali che stanno per morire e di come l’accompagnarli durante gli ultimi istanti di vita, senza il ricorso forzato alla “puntura”, può trasformarsi in una splendida esperienza di crescita, durante la quale paradossalmente si rafforza il legame con l’animale e si riscopre il significato autentico della vita.
Amici fino in fondo non è un pamphlet contro l’eutanasia, ma più semplicemente una dichiarazione d’amore per i nostri amici a quattro zampe, un suggerimento per accompagnarli con serenità e consapevolezza nel loro ultimo viaggio.
L’autore è Stefano Cattinelli, veterinario specializzato in omeopatia, fiori di Bach, omotossicologia, kinesiologia applicata e spagiria che, ripercorrendo le esperienze e difficoltà incontrate come medico di fronte alle ripetute richieste di morte programmata, cerca di fornire gli strumenti e i consigli migliori per un passaggio sereno dell’animale e per la sua tranquillità interiore del suo amico preferito: l’uomo.
Il libro nasce dall’esigenza di un professionista di ribellarsi alla prassi abituale che vede nella famosa “puntura” l’unica risposta efficace per porre fine alle sofferenze dei cari amici a quattro zampe.
Un atteggiamento che rivela quanto l’uomo moderno sia influenzato dall’uso insensato della medicina chimica, che minimizza il tempo emozionale di un momento importante e intimo quale la morte di un fedele compagno, riducendolo ad una semplice, immediata e fredda iniezione, in un anonimo ambulatorio e in un tempo non naturale ma stabilito arbitrariamente.
Tutto ciò impedisce lo sviluppo di quelle emozioni naturali quali la tristezza e la malinconia per la perdita dell’amato compagno e contemporaneamente preclude dal provare quell’immensa gioia data dal ricordo, dalla felicità di aver donato perennemente, fino all’ultimo respiro, il calore di una carezza, la dolcezza di una parola affettuosa, la tranquillità di un ambiente conosciuto e familiare, la serenità di un ultimo momento vissuto dall’animale con la certezza della fedele presenza umana, accanto e insieme fino al respiro dell’addio, per un saluto pieno d’amore.
… “La serena conclusione della sua esistenza risulta allora essere un regalo dovuto a colui il quale ha saputo regalarmi la possibilità di farmi vedere come l’amore sia alla base di ogni cosa. In maniera semplice e duratura. Come l’amore che ha sempre saputo donarmi. Il regalo più bello è sperimentare l’amore che dà la libertà. La libertà di morire serenamente… fino al suo ultimo respiro… Ora sono pronto a ringraziarlo e lasciarlo andare, affinché l’ultima oscillazione possa ritornare a me come imperituro ricordo del più profondo atto d’amore che ho mai saputo donare a tutto il regno animale”…(tratto da pagina 65 del testo).
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