Anche la Cgil rivuole il 55%
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Secondo Uncsaal, l’associazione confindustriale dell’involucro edilizio, la decisione costituisce “un affossamento delle detrazioni del 55%, con un conseguente gravissimo impatto negativo per il sistema Paese e per il comparto dei prodotti da costruzione.
Federlegno e Uncsaal hanno sciorinato i numeri per spiegare che oltre a danneggiare il settore il governo compromette anche le entrate fiscali dello Stato. “Dal 2007 al 2010 gli incentivi fiscali dedicati alla riqualificazione energetica degli edifici hanno generato oltre 11 miliardi di euro di fatturato, tradottosi in un gettito IVA di circa 2.3 miliardi di euro e in un gettito fiscale da reddito d’impresa di circa 330 milioni di euro. Gli ottimi risultati si sono replicati anche nel 2011 le cui prime stime indicano che l’ecobonus del 55% genererà un fatturato incrementale tra 2.6 e 3 miliardi euro”.
“Inserire tutti gli interventi in uno stesso calderone, che sia il 50% o il 36% – spiega l’Anit, l’Associazione per l’isolamento termico e acustico – non aiuterà il miglioramento del nostro patrimonio nazionale sotto il punto di vista energetico ambientale”.