Aria condizionata in casa: vietato scendere sotto i 24 gradi!
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Dal 16 luglio entra in vigore la legge che limita l’uso dei condizionatori. Multe fino a 3 mila euro per proprietari e amministratori di condominio. Ma chi farà i controlli?
L’aria condizionata in casa non può essere impostata al di sotto dei 24 gradi. Lo dice la legge, con un decreto legislativo del 16 aprile che entrerà in vigore il 16 luglio, e che è già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Il ricorso all’aria condizionata è uno dei drammi energetici nazionali. Per più volte siamo andati vicini al blackout energetico nel periodo estivo, per via di uno scarso e poco funzionale isolamento degli edifici.
Il provvedimento (vedi allegato) stabilisce che, quando è in funzione un impianto di climatizzazione estiva, la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti raffrescati di ciascuna unità immobiliare, non deve essere minore di 26°C (- 2°C di tolleranza) per tutte le tipologie di edifici. Solo per gli immobili adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, le autorità comunali possono concedere deroghe ai limiti di temperatura dell’aria, ma soltanto se le esigenze di produzione richiedono temperature più basse del valore limite o se l’energia termica per la climatizzazione «deriva da sorgente non convenientemente utilizzabile in altro modo».
i proprietari e gli amministratori di condominio che non rispettano le nuove norme in materia di climatizzazione e riscaldamento sono passibili di una multa compresa tra i 500 e i 3.000 euro. Multe tra i 1.000 e i 6.000 euro sono invece previste per gli operatori incaricato del controllo degli impianti che non ottemperano al regolamento.
La normativa pone delle indicazioni importanti per il conseguimento del risparmio energetico, ma resta debole sul piano dei controlli. Difficile pensare a controlli a raffica sui consumi domestici, mentre potranno avvenire, molto più probabilmente, nei grandi edifici, adibiti a uffici e fabbriche.
Il ricorso all’aria condizionata è uno dei drammi energetici nazionali. Per più volte siamo andati vicini al blackout energetico nel periodo estivo, per via di uno scarso e poco funzionale isolamento degli edifici.
Il provvedimento (vedi allegato) stabilisce che, quando è in funzione un impianto di climatizzazione estiva, la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti raffrescati di ciascuna unità immobiliare, non deve essere minore di 26°C (- 2°C di tolleranza) per tutte le tipologie di edifici. Solo per gli immobili adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, le autorità comunali possono concedere deroghe ai limiti di temperatura dell’aria, ma soltanto se le esigenze di produzione richiedono temperature più basse del valore limite o se l’energia termica per la climatizzazione «deriva da sorgente non convenientemente utilizzabile in altro modo».
i proprietari e gli amministratori di condominio che non rispettano le nuove norme in materia di climatizzazione e riscaldamento sono passibili di una multa compresa tra i 500 e i 3.000 euro. Multe tra i 1.000 e i 6.000 euro sono invece previste per gli operatori incaricato del controllo degli impianti che non ottemperano al regolamento.
La normativa pone delle indicazioni importanti per il conseguimento del risparmio energetico, ma resta debole sul piano dei controlli. Difficile pensare a controlli a raffica sui consumi domestici, mentre potranno avvenire, molto più probabilmente, nei grandi edifici, adibiti a uffici e fabbriche.
