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Arriva lo smartphone etico?

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Dietro alla realizzazione di ogni smartphone ci sono sempre guerra per l’approvvigionamento delle materie prime. Ora un gruppo olandese si sta imponendo sul mercato con il suo FairPhone, lo smartphone che cerca di procurarsi materiali che non siano “sporchi di sangue” o conseguenza di sfruttamento. Grande coerenza e senso etico o formidabile trovata pubblicitaria? Per ora le premesse sembrerebbero positive. 
 Dietro il prezzo di uno smartphone,così come per ogni device elettronico, c’è una  guerra con morti ammazzati a causa del coltan ovvero columbite-tantalite , uno dei preziosi minerali necessari alle componenti e presente sopratutto nella Repubblica del Congo.
E’ quindi nato il progetto Fairphone per uno smartphone equo e solidale che offre un sistema Android 4.2, un processore Quad Core , 1 Giga di RAM, 16 Giga di memoria, touch screen da 4,3 pollici, 2 SIM e fotocamera da 1.3 megapixel, viene venduto a 325 euro euro con prenotazione. Tutti i componenti sono standard. Ne sono già stati prenotati oltre 7800 e sarà consegnato in autunno.
Gli ideatori, un gruppo olandese, stanno cercando di rendere trasparente la provenienza di ogni componente.
“Le moderne catene di fornitura sono fatte da una intricata rete internazionale di fornitori, distributori, grossisti, magazzini e fabbriche. E più complesso è il prodotto, più è difficile rintracciare la fonte di ogni elemento. Per rendere la filiera più trasparente, si apre l’intero sistema, per capire ciò che modella la nostra economia a partire dagli smartphone – dicono gli ideatori – Stiamo cercando per ogni minerale, componente, persona e processo di rivelare il vero impatto della produzione elettronica per intraprendere azioni per apportare miglioramenti. Alcuni cambiamenti avverranno in fretta, mentre altri possono richiedere anni. Ma essere onesti e condividere le migliori pratiche dà a tutti noi più potere per influenzare il cambiamento”.
Continuano: “Sono state avviate collaborazioni con imprese e aziende che ottengono le materie prime in maniera equa e senza che sia versata una goccia di sangue o un lavoratore, in questo caso i minatori anche bambini, sia sfruttati”.
Le informazioni dei produttori:
Eco-sostenibilità: il telefono non impiega vernici, ha la batteria rimovibile e per ogni device venduto vengono donati 3 euro al progetto “Closing the Loop” che recupera gli scarti tecnologici (telefoni) dai paesi in via di sviluppo e li invia nei Paesi Bassi per il recupero dei materiali. Inoltre i progettisti stanno studiando la possibilità di realizzare il case in plastica riciclata.
Etica: il telefono mira ad utilizzare materie prime conflict-free. Al momento, a causa delle difficoltà nel reperire fornitori adeguati (c’è un ciclo di vita complesso da esaminare per ogni componente), non lo è ancora al 100%, ma Ballester assicura il massimo impegno su questo fronte, affermando “Questo è solo l’inizio”.
Ed infatti per la seconda generazione di Fairphone si sta lavorando all’ottenimento di una certificazione sui materiali conflict-free e sulla massima riciclabilità (e riparabilità) dei componenti. Non ci resta che continuare a seguirne gli sviluppi. 
Guarda di seguito il trailer del documentario “Blood in the mobile” sullo sfruttamento minorile nella produzione dei cellulari.

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