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Chris Johnstone e Joanna Macy: «Speranza attiva, essere attivisti per le nostre speranze»

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«Cos’è il contrario di “attivista”? Qualcuno di “inattivo”? Se è così, ci pare strano che l’etichetta sia riservata ad alcune persone: tutti siamo in qualche modo attivi nel mondo. Praticare la Speranza attiva significa essere attivisti per le nostre speranze»: una lettura profonda e costruttiva, dal libro “ Speranza attiva. Come affrontare la catastrofe ecologica senza perdere la testa” di Chris Johnstone e Joanna Macy.
Chris Johnstone e Joanna Macy: «Speranza attiva, essere attivisti per le nostre speranze»
«Cos’è il contrario di “attivista”? Qualcuno di “inattivo”? Se è così, ci pare strano che l’etichetta sia riservata ad alcune persone: tutti siamo in qualche modo attivi nel mondo. Praticare la Speranza attiva significa essere attivisti per le nostre speranze»: una lettura profonda e costruttiva, dal libro “ Speranza attiva. Come affrontare la catastrofe ecologica senza perdere la testa” di Chris Johnstone e Joanna Macy.
«Usiamo qui il termine in un modo nuovo, per indicare chiunque agisca per uno scopo più grande del proprio interesse personale. Le tre dimensioni della Grande svolta indicano tanti modi diversi di essere attivisti, includendo ma anche andando al di là delle manifestazioni e delle proteste. Quando agiamo a partire dalla Bodhichitta, il desiderio di bene per tutte le creature, siamo attivisti. Ciò include ogni sforzo diretto verso la costruzione di una cultura sostenibile, e tutto ciò che promuove un cambiamento nella consapevolezza e nelle percezioni per sostenere questo passaggio. Una definizione più ampia di attivismo ci permette di spaziare più liberamente in diversi campi, combinando attività in modi che ci fanno bene. È possibile esagerare, in qualunque direzione, e può essere bello cambiare tipo di azione, spostarci da una dimensione all’altra quando siamo troppo stanche».
«Il nostro attivismo è nell’editoria» ci hanno detto Tim e Maddy Harland, editori per più di vent’anni della rivista Permaculture Magazine. «Il nostro attivismo è coltivare cibo» dicono Manu Song e Edi Hamilton, fondatori di un progetto di agricoltura sociale. Prendere parte nella Grande svolta non vuol dire per forza cambiare lavoro o rinunciare ad altri interessi. Significa piuttosto mettere le nostre capacità, esperienze, abilità, reti, talenti, personalità e passioni a servizio della cura del nostro mondo. Una partecipante in una discussione online organizzata da Transition U.S. ha detto: “Questa idea di tre tipi di azioni per partecipare alla Grande svolta è molto utile… per natura, tendo più a un certo tipo di lavoro che ad un altro, ed è bello sapere che mi posso dedicare a ciò che so fare meglio”».

Orientare la bussola interiore verso la gioia

«A volte la partecipazione attiva a cause sociali e ambientali ci lascia stanchi e sfiduciati, ma in molti altri casi è assai stimolante, piacevole, entusiasmante. Vale la pena prestare maggiore attenzione alle caratteristiche dell’esperienza. Quando ci sentiamo amareggiati, irritabili e indisponenti, è meglio fermarci a pensare alle scelte che possiamo fare per far rifiorire il nostro entusiasmo. Il grado di entusiasmo che proviamo può farci da guida, orientare la nostra bussola interiore, aiutarci a dirigerci verso il tipo di attività a cui vogliamo davvero partecipare».

Quando agiamo a partire dall’entusiasmo, siamo molto più efficaci

«È qui che la Grande svolta si può manifestare attraverso di noi con maggior forza. Questo è un cambio di paradigma rispetto all’idea che ci sia una sola strada “giusta” che tutti dovremmo seguire. Suggerisce, piuttosto, che ciascuno di noi debba andare alla ricerca del ruolo in cui più si trova a proprio agio. Lo scrittore e teologo Frederick Buechner lo descrive come «il luogo in cui la nostra gioia più profonda incontra il più profondo bisogno del mondo». Quando troviamo questo punto di convergenza, la Grande svolta agisce attraverso di noi come solo attraverso di noi può fare».
Chris Johnstone è un formatore specialista in psicologia della resilienza, della felicità e del cambiamento positivo. È autore di Seven ways to build resilience (2019) e Find our power, a toolkit for resilience and positive change (2010).
Joanna Macy è un’attivista statunitense, conosciuta anche in Italia per l’impegno ecologista. Il suo lavoro di ampio respiro esplora con originalità le questioni psicologiche e spirituali dell’era contemporanea, promuovendo la coltivazione della consapevolezza ecologica in una fruttuosa risonanza tra il pensiero buddista e la scienza postmoderna. È autrice di numerosi libri.

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