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Cinghiali radioattivi in Valsesia

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Cesio 137 nei cinghiali “radioattivi” della Valsesia, in provincia di Vercelli, ben oltre la soglia prevista dai regolamenti in caso di incidente nucleare. L’Arpa dice: è colpa di Chernobyl.
Cesio 137 nei cinghiali “radioattivi” della Valsesia, in provincia di Vercelli, ben oltre la soglia prevista dai regolamenti in caso di incidente nucleare. Rilevato in alcuni campioni che erano stati prelevati per una indagine su malattie parassitarie, i ministeri della Salute e dell’Ambiente hanno subito attivato i carabinieri del Nas e del Noe, mentre la Regione Piemonte ha disposto ulteriori approfondimenti ambientali e sugli animali. A far scattare l’allarme il test di screening per la ricerca del Cesio 137 previsto da una raccomandazione della Commissione Europea su alcuni capi abbattuti nel comprensorio alpino Valsesia tra il 2012 e il 2013. I risultati hanno evidenziato la presenza di un numero consistente di campioni con livelli di Cesio 137 superiori a 600 Bq/Kg (Becquerel per Kilo, unità di misura per il cesio 137). Quanto basta per attivare la procedura d’emergenza, che oltre a nuovi prelievi e campionamenti prevede tra l’altro il monitoraggio dell’area per tentare di individuare la fonte dell’inquinamento. “Il cesio 137 è un radionuclide artificiale prodotto dalla fissione nucleare. Viene rilasciato da siti nucleari”, ha spiega la responsabile dell’Istituto di Radioprotezione dell’Enea, Elena Fantuzzi. L’Arpa ha detto che si tratta delle conseguenze dell’incidente nucleare di Chernobyl anche se sono in tanti a pensare alla centrale di Trino Vercellese, lì vicino anche se chiusa, e il sito sperimentale dell’Enea, a Saluggia. Poi c’è chi ha parlato della pista dei rifiuti tossici. Ma l’Arpa resta convinta di Chernobyl e ha escluso l’ipotesi di contaminazioni diverse. Sono anche in corso approfondimenti tecnico-scientifici per valutare quale dose di contaminazione possa essere stata trasferita alle persone.  Selvaggina, funghi e frutti spontanei del sottobosco sono più sensibili all’accumulo di Cesio, ricorda l’agenzia regionale per la protezione ambientale.

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