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Contro lo spreco di cibo: un supermarket coi prodotti in esubero

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Avviene in Danimarca, dove i prodotti rimessi in commercio hanno sconti fino al 50% rispetto ai normali supermercati. Anche in Francia intanto si fa sul serio…
Lo spreco di cibo in Italia e nel mondo ha assunto proporzioni ciclopiche. In termini economici gli italiani buttano nella spazzatura di casa circa 13 miliardi di euro, per non parlare degli sprechi nella grande distribuzione.Qualcosa per fortuna sta cambiando, ma le esperienze più innovative vengono dall’estero. Lo scorso 3 febbraio il parlamento francese ha approvato definitivamente la legge contro lo spreco alimentare. Mentre
a Copenhagen, in Danimarca, è stato aperto il primo supermarket che vende prodotti alimentari in esubero, che diversamente sarebbero destinati alla spazzatura. Il negozio si trova si chiama Wefood e mette in commercio prodotti dal 30 al 50 per cento meno cari rispetto ai normali supermercati. “Il market è pensato non soltanto per gli avventori meno abbienti ma per tutte le persone che si preoccupano dell’aumento del cibo che viene gettato ogni giorno nella pattumiera – dice Per Bjerre, che lavora per la ONG Folkekirkens Nødhjælp che sostiene il punto commerciale. Wefood ha siglato un accordo con Føtex – una delle maggiori catene di supermarket della Danimarca – per avere il pane e altri prodotti in surplus e ha stipulato delle intese anche con importatori di agrumi, macellai e produttori di frutta organica. La raccolta della merce in esubero è affidata ad un gruppo di volontari. Wefood spera con la propria attività di ridurre le 700 mila tonnellate di cibo sprecato in Danimarca ogni anno, anche se negli ultimi cinque anni il paese ha abbassato del 25 per cento la quantità di alimenti prodotti e poi buttati via perché non consumati.
Per tornare invece alla Francia, la nuova legge prevede multe di 3.750 euro se una catena di supermercati tratta come rifiuti dei prodotti invenduti ancora consumabili. La legge stabilisce anche che nessuna disposizione contrattuale può impedire la donazione di alimenti invenduti con il marchio del distributore. Per facilitare questo tipo di donazione, viene modificato il regime giuridico sulla responsabilità del produttore. Infine, per i punti vendita con una superficie superiore ai 400 mq, la donazione del cibo invenduto viene sottoposta all’obbligo di stipula di una convenzione con associazioni caritative.

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