Coperture verdi: inquinamento ridotto del 30%

I cosiddetti tetti verdi, ovvero ricoperti di vegetazione sono una finitura conosciuta e praticata da tempo con successo nella bioedilizia, in grado di garantire una regolazione ottimale del microclima. Un metodo per attenuare l’onda di calore e ridurre la presenza di polveri sottili, fornendo una sorta di coibentazione naturale agli edifici. Il verde però può essere abbinato agli edifici anche con le più tradizionali pareti ricoperte di edera o piante rampicanti. Viti o edere rampicanti possono aumentare il contenuto di umidità dell’aria di circa il 10-20%, abbelliscono lo scenario urbano e migliorare la qualità dell’ambiente.

Recentissimi studi mostrano che questi accorgimenti possono apportare sostanziali miglioramenti agli ambienti abitativi. Una nuova ricerca del Karlsruhe Institut fuer Technologie ha dimostrato che le coperture verdi possono ridurre l’inquinamento atmosferico in misura ben superiore rispetto a quanto ipotizzato finora. Si parla di una percentuale del 30%, ben al di sopra di quel 2% precedentemente stimato. Le piante sarebbero in grado di filtrare l’aria anche in condizioni estreme, o in casi di ristagno, come nelle palazzine a ridosso di vicoli e strade chiuse. Insieme alle polveri sottili le piante sembra che siano in grado di filtrare ottimamente anche l’ossido di azoto (No2). I ricercatori lanciano anche una proposta per architetti urbanisti e amministratori: la costruzione di pareti verdi, come cartelloni per le affissioni, per ridare ossigeno alle nostre città