Crescita dell’equo e solidale
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Il Commercio Equo e Solidale in Italia, dopo aver superato la crisi economica del 2009 con una sostanziale tenuta delle vendite, ha segnato per il 2010 una crescita complessiva del 3%, passando dai 79 milioni e mezzo di euro dell’anno precedente a 81 milioni e 700 mila euro. Questo quadro generale presenta differenze significative a livello regionale.
In questo scenario i ricavi da vendita di prodotti fair trade costituiscono il 90% del totale: il restante 10% (in espansione rispetto all’anno precedente) è rappresentato da vendita di prodotti non del Commercio Equo (economia sociale italiana, biologico, filiera corta) e da altri ricavi (servizi).
Se confrontato con i dati globali la situazione italiana risulta però un po’ sbiadita. A livello internazionale il fair trade si mantiene in fote espansione: i dati ufficiali di FLO (Fairtrade International) parlano di una crescita del 27% nel 2010 rispetto al 2009, raggiungendo la cifra di 4,36 miliardi di euro. Questo corrisponde anche a nuove gamme di prodotti, quali ad esempio oro, scarpe, legno… che interessano mercati finora mai raggiunti.
Nel 2010 le Organizzazioni equosolidali hanno garantito uno spazio di lavoro a oltre 1.000 persone in tutta Italia e investimenti a livello aggregato nazionale di circa 13 milioni e 300mila euro, registrando una diminuzione di 20 unità a fronte di un aumento della spesa per il lavoro di oltre 420.000€. I dati confermano la volontà delle Organizzazioni di investire in occupazione stabile: considerando la spesa totale del lavoro presso le Organizzazioni iscritte al registro AGICES, notiamo che il lavoro dipendente rappresenta l’86% del costo totale (era l’84% nel 2009). Si conferma infine la presenza di lavoratrici, che si mantengono pari al 63% del totale numero lavoratori.