È boom di stoviglioteche: dal riciclo a rifiuti zero
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Le “stoviglioteche” sono colorate “biblioteche” di stoviglie lavabili, al servizio di tutti coloro (famiglie, gruppi di amici e altro) che vogliono organizzare piccole feste a rifiuti zero. Da qualche anno, stanno nascendo in modo spontaneo in tutta Italia. Eccone una carrellata.
Le “stoviglioteche” sono colorate “biblioteche” di stoviglie lavabili, al servizio di tutti coloro (famiglie, gruppi di amici e altro) che vogliono organizzare piccole feste a rifiuti zero. Da qualche anno, stanno nascendo in modo spontaneo in tutta Italia.
Raffaele Timpano, volontario dell’associazione Rusko di Bologna racconta: “Eravamo stanchi di produrre una montagna di rifiuti dopo una festa di compleanno o un rinfresco con amici. Volevamo trovare un diverso modo di stare insieme e di festeggiare”. Così nel maggio scorso l’associazione Rusko, partecipa a un bando del quartiere Porto-Saragozza proponendo una stoviglioteca. “Grazie ai fondi, stiamo pensando di acquistare kit di stoviglie da 60 pezzi, stiamo valutando i vari materiali, forse ci orienteremo all’acciaio, oltre a piccoli elettrodomestici come estrattori e spremiagrumi. L’obiettivo è sperimentare la stoviglioteca con due eventi già in autunno”.
A Pavullo (Mo) la stoviglioteca è già attiva grazie a Elena Rondelli, Ilene Circus, Silvia Malagoli e le altre mamme dell’associazione EquoFrignano: “Siamo partiti in primavera con due kit che in brevissimo tempo sono diventati tre. Il nostro territorio è particolare, un’Unione di dieci Comuni montani. Abbiamo cercato di distribuire i kit in modo che tutte le famiglie fossero agevolate nei ritiri. Ogni kit contiene per ora 54 bicchieri, piatti e posate e 6 ciotole di plastica dura, atossica, lavabile, più 3 caraffe di vetro da litro. Abbiamo chiesto un finanziamento per acquistare dei thermos da 5 litri, soprattutto per le bevande calde visto che da noi l’inverno è lungo”. Nella maggior parte delle stoviglioteche, il servizio è gratuito, ma è sempre ben accetta qualche piccola offerta libera, per garantire la sostituzione dei prodotti usurati, o il graduale ampliamento della stoviglioteca.
Ma quale materiale si usa? “Per ora abbiamo scelto delle stoviglie in plastica dura lavabile e colorata” racconta Elisabetta Adami, che sta attivando una stoviglioteca a Verona, insieme alle Famiglie Rifiuti Zero della sua città. “Sono stoviglie in PP atossico che resistono a 110 gradi e possono tranquillamente essere lavate in lavastoviglie. Ma in un futuro non troppo lontano, doteremo la stoviglioteca di altri kit in materiali diversi dalla plastica (bicchieri in vetro, piatti in ceramica, posate in metallo)”. Elisabetta ha deciso di mettere nel kit anche uno scotch di carta e un pennarello lavabile, in modo che nessuno scriva direttamente sui bicchieri.
Rita Repetto di Chiavari
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C’è chi preferisce gli scatoloni per trasportare le stoviglie e chi, come Rita Repetto di Chiavari (Genova), mamma di 5 figli, ha deciso di trasportare la sua stoviglioteca in una capiente e colorata borsa di stoffa, con il logo dell’associazione YogaHome.
Le stoviglie non sono necessariamente nuove, anzi, ben vengano quelle usate e donate: “Avevo appena sentito parlare di queste iniziative, quando una cliente mi portò le sue stoviglie ormai inutilizzate, non sapeva cosa farsene visto che il figlio era ormai grande” racconta Silvia, che gestisce una bottega sfusa a Bologna. “Ho accettato volentieri di metterle a disposizione nella mia bottega, per chiunque voglia organizzare una festa senza usa e getta!”.
A Nonantola, è stato proprio il Comune ad attivare una stoviglioteca. “Sono 300 coperti, in plastica dura lavabile, acquistati grazie ad un bando regionale per la riduzione dei rifiuti (Atersir)” spiega il neo-assessore all’ambiente Elena Piffero, mamma di 3 bimbi. “Durante l’estate sono utilizzati nelle sagre o feste grandi, ma da ottobre potranno essere usati anche dai privati suddividendo il kit grande in piccoli kit da 30 stoviglie l’uno”.
Dal Nord al Sud Italia: a Napoli, Stefania D’Andrea da anni si occupa di tutela dell’ambiente, oltre ad essere “artigiana del cucito” e aver dato vita alla prima pannolinoteca campana, fornendo in prestito kit di pannolini lavabili. Dalla pannolinoteca alla stoviglioteca il passo è stato breve, “ho condiviso e messo in circolo le stoviglie, le ciotole, le caraffe, i vassoi e le borse termiche, che negli anni, sono state protagoniste delle nostre feste”.
Elisabetta di Verona
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Una scelta simile a quella di Maria Macuz e Clara Pezzulla, di Gorizia. “Anche noi siamo partiti dal prestito dei pannolini, con la pannolinoteca IdealGo e ora abbiamo deciso di allargarci con la stoviglioteca”.