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Edifici italiani colabrodo e Italia inadempiente

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Il nostro Paese di fronte alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per mancato recepimento delle direttive europee sull’efficienza energetica. Le case consumano troppo e nelle compravendite la certificazione energetica diventa un optional
La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE per non essersi pienamente conformata alla direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia.
La direttiva – ricorda la Commissione in una nota – prevede che, in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l’attestato di certificazione energetica sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo metta a disposizione del futuro acquirente o locatario. Tali attestati e le relative ispezioni devono essere rispettivamente compilati ed eseguite da esperti qualificati e/o accreditati.
Gli edifici consumano il 40% dell’energia europea e sono all’origine del 36% delle emissioni di anidride carbonica (Co2), ma in Italia si fa ancora troppo poco per limitare i consumi. Gli attestati di certificazione energetica sono obbligatori nelle compravendite e le prestazioni degli edifici devono essere sempre indicati dalle agenzia, ma in mancanza di adeguate sanzioni gli operatori del settore continuano a fare i furbi, e gli Italiani non si preoccupano più di tanto del fabbisogno energetico degli immobili. Purtroppo non è la prima volta che il nostro Paese è sottoposto a una procedura di infrazione a causa della non completa trasposizione della direttiva 2002/91/CE. Il procedimento di infrazione nei confronti dell’Italia per recepimento incompleto e non corretto della direttiva è stato avviato nel 2006. E poi ancora nel novembre 2010. Ed era arrivato un nuovo avvertimento da parte della Commissione nel settembre del 2011. Allora la Commissione europea inviò alle autorità italiane un parere motivato, secondo passaggio nella procedura di infrazione europea, lamentando lacune nella legislazione italiana in merito alla certificazione dei consumi energetici degli edifici e riguardo ai controlli periodici sugli impianti di climatizzazione.
Nonostante diverse lettere di costituzione in mora e pareri motivati inviati alle autorità italiane, la normativa continua a non essere conforme alla direttiva.
Come spiega il comunicato della Commissione europea “la direttiva italiana non prevede questo requisito per tutti gli edifici e comprende deroghe all’obbligo di certificazione da parte di un esperto che non sono previste nella direttiva”.
 
Per quanto riguarda i sistemi di condizionamento d’aria, la direttiva prevede ispezioni periodiche che contemplino una valutazione dell’efficienza del sistema e del suo dimensionamento, corredata da raccomandazioni in merito ai possibili miglioramenti. Ma le autorità italiane finora non hanno notificato alcuna misura attuativa in materia.

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