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Efficienza energetica: in Europa il 70% degli Stati è inadempiente

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Un terzo delle emissioni proviene dal fabbisogno energetico degli edifici. Ma purtroppo gli Stati europei non si adeguano alle direttive
Secondo i dati presentati dall’International Energy Agency (IEA), il 32% dei consumi globali è da imputarsi agli edifici residenziali e commerciali, responsabili del 30% delle emissioni globali. Per questa ragione l’Unione Europea ha varato una Direttiva per l’Efficienza Energetica degli edifici varata lo scorso settembre. Ma adesso scopriamo che gli Stati membri non hanno fatto abbastanza. Oltre 19 Stati dell’Unione Europea potrebbero essere oggetto di un’azione giudiziaria per la mancata attuazione dell’Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), la direttiva sull’efficienza energetica degli edifici adottata nel 2002 e modificata tre anni fa.
Il 21 settembre del 2012 vennero avviate ben 24 procedure d’infrazione a carico di tutti gli Stati Membri che entro tale data, non era ancora stati in grado di recepire completamente la direttiva.
Da allora 4 Stati, tra cui Svezia, Irlanda e Danimarca,  hanno modificato completamente il proprio sistema legislativo nazionale aderendo pienamente all’EPB Directive, 11 Stati hanno parzialmente accolto la richiesta della Commissione ed i restanti 9 non hanno apportato alcun tipo di cambiamento. Dalla fatidica data di settembre, le nazioni non conformi, hanno avuto a disposizione altri due mesi per mettersi in regola purtroppo, secondo quanto affermato direttamente dai funzionari, tutt’oggi ancora il 70% degli Stati si troverebbe a rischio mora.
Se la situazione non dovesse cambiare, in breve tempo il caso potrebbe essere trasferito al tribunale, dando il via alla più grande azione legale di massa mai attuata.
 

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