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Elettrosmog: l’Antitrust dice no alle piastrine

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Le piastrine Auracell vengono vendute con la funzione di ridurre l’intensità delle onde elettromagnetiche. Ma l’Antitrust giudica questa pubblicità ingannevole. 
Siamo completamente immersi dentro un grande campo elettromagnetico, le cui onde influiscono sicuramente sulla nostra salute. Esistono dei sistemi di protezione oltre alle più elementari norme di comportamento, come ridurre l’uso di cellulari e wi-fi, utilizzare auricolari, evitare le zone più esposte?
Da alcuni anni sono in commercio alcune piastrine magnetiche che promettono di limitare l’esposizione alle onde di elettrosmog, la cui efficacia è stata spesso contraddetta. Adesso è arrivato il giudizio severo dell’Autorità Antitrust che ha multato l’azienda Aura Holding per
la pubblicità della piastrina magnetica chiamata Auracell.
 
“Il procedimento – spiega l’Antitrust nell’odierno bollettino – concerne la pratica commerciale posta in essere da Aura S.r.l, Aura Holding S.r.l. e Aura Activator S.r.l., consistente nell’attribuire al dispositivo costituito da una piastrina magnetica circolare e denominato “Auracell” qualità, proprietà ed effetti protettivi rispetto alle onde e radiazioni elettromagnetiche emesse dai cellulari, da cordless e telecomandi ed ai rischi cancerogeni che deriverebbero dal loro uso non rispondenti al vero, nei messaggi pubblicitari diffusi, tra l’altro, tramite i siti internet www.auraactivator.com e www.auracell.it, i volantini e gli espositori presenti presso i rivenditori”. L’Antitrust ha sanzionato i professionisti coinvolti nella produzione e commercializzazione (Aura S.r.l., Aura Holding S.r.l. e Aura Activator S.r.l.) con tre multe per complessivi 130 mila euro, contestando di aver attribuito ad Auracell “qualità, proprietà ed effetti protettivi sul corpo umano dalle onde e dalle radiazioni elettromagnetiche emesse da cellulari, cordless e telecomandi nonché dal rischio di contrarre gravi malattie cancerogene ottenibile mediante l’uso di tale dispositivo, non rispondenti al vero”. Tutti i messaggi con i quali il prodotto viene pubblicizzato sono incentrati sui rischi che deriverebbero dalle onde elettromagnetiche e sulla protezione che il dispositivo Auracell garantirebbe, messaggi che “risultano chiaramente orientati a ingenerare nel consumatore la ragionevole convinzione di poter ottenere una protezione dalle onde elettromagnetiche del cellulare o dei cordless tale da escludere il rischio di contrarre gravi malattie legato all’uso di tali apparecchi. Dalle evidenze acquisite nel corso dell’istruttoria però è emerso che il prodotto in questione non possiede le qualità vantate nei messaggi oggetto del procedimento posto che non esiste alcuna documentazione scientifica atta a comprovare quanto evidenziato – con toni enfatici, assertivi e perentori – nei messaggi diretti ai consumatori”.
L’Antitrust fa anche riferimento a uno studio, effettuato dall’Università di Trento nel 2012 sull’interazione del dispositivo con i telefoni cellulari, il quale dimostra che il prodotto non è in grado di garantire la protezione del consumatore dalle onde elettromagnetiche e dai rischi cancerogeni vantata in pubblicità ma, tuttalpiù, di ridurre l’intensità delle onde in misure percentuali non superiori nella maggior parte dei casi al 20%. Potremmo sicuramente obiettare che la riduzione di un quinto delle onde è già un contributo apprezzabile. A quanto pare però non risulta che gli effetti di riduzione dei campi elettromagnetici si verifichino anche sulle chiamate in uscita dai cellulari o sui cordless. Di sicuro per proteggerci dall’elettrosmog servono azioni più incisive. Mentre sull’uso di queste piastrine protettive ci sarebbe bisogno di effettuare altri studi. Se davvero limitassero anche di poco l’intensità delle radiazioni non sarebbe certo il caso di irriderne l’uso.

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