«Lo sguardo femminile sul mondo è uno sguardo valoriale diverso, complementare: il femminile privilegia il sentire al pensare non per escluderlo ma per ispirarlo. In prove sperimentali, di fronte a uno stato di stress, la femmina, invasa dall’ossitocina, riorganizza il campo vitale a favore e protezione dei più fragili. E ora è quello che ci vuole per portare a termine una vera rivoluzione ecologica»: così Giuliana Mieli, filosofa e psicologa.
«Lo sguardo femminile sul mondo è uno sguardo valoriale diverso, complementare: il femminile privilegia il sentire al pensare non per escluderlo ma per ispirarlo. In prove sperimentali, di fronte a uno stato di stress, la femmina, invasa dall’ossitocina, riorganizza il campo vitale a favore e protezione dei più fragili. E ora è quello che ci vuole per portare a termine una vera rivoluzione ecologica»: così Giuliana Mieli, filosofa e psicologa.
Giuliana Mieli è laureata in Filosofia teoretica e in Psicologia clinica, ha lavorato nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Gerardo di Monza e poi all’Ospedale San Giuseppe di Milano. Si è dedicata anche alla formazione affettiva del personale sanitario di varie Asl, ad attività di docenza e al tirocinio di psicologi neolaureati. Il suo libro “Il bambino non è un elettrodomestico” (Feltrinelli 2011) è uscito anche in Inghilterra (Harper 2017) . Nei suoi lavori, Mieli sottollinea che siamo in una società che ignora e trascura gli affetti. Questa disattenzione filosofica e scientifica può avere conseguenze gravi per il futuro della nostra società. La risposta ai bisogni affettivi di base è infatti una condizione biologica ineludibile per nostra vita individuale e l’esistenza stessa dell’uomo: l’averlo trascurato si riflette non solo nella sofferenza psichica dilagante ma anche nelle difficoltà che sempre di più accompagnano la maternità.
«Uno sguardo capace di curare il mondo»
«Il femminile è capace di identificarsi con l’altro da sé, protegge il più piccolo, esprime generosità e partecipazione, condivide e pacifica: la donna racchiude e protegge dentro di sé qualità fondamentali per la relazione e la sopravvivenza, istinti di base dell’essere umano quanto l’esplorazione e la creatività manuale e mentale – spiega Mieli – In questo senso il femminile non è la donna anche se è la donna che racchiude maggiormente questi valori nella sua funzione e attenzione: c’è un femminile nel maschio che lo predispone a comprenderla e a condividere gli obiettivi della sopravvivenza così come c’è un maschile nella donna che le permette di saldarsi e cooperare con l’uomo. Dobbiamo ripulire questi codici affettivi dalla distorsione culturale che hanno subito e, siccome la distorsione è andata nel senso di una iper-valorizzazione del pensiero astratto, dobbiamo ristabilire la concretezza di uno sguardo capace di curare il mondo».
«Occorre una rivoluzione culturale»
«Quando parliamo del pericolo di estinzione che corre il pianeta, quando denunciamo l’ineguaglianza nella distribuzione delle ricchezze, quando chiediamo che l’economia passi dalla produzione di merci sostenuta dalla competitività e dalla sete di denaro alla sua vera funzione di sforzo per il miglioramento delle condizioni di vita, quando ci preoccupiamo giustamente per il destino delle generazioni future, quando ci battiamo per il recupero della spiritualità, in realtà alludiamo alla necessità di una profonda rivoluzione culturale. Ed è ora di darvi corpo e seguito!».