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Ictus ed infarti per l’inquinamento

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L’esposizione ad inquinanti ambientali come diossina, pesticidi è alla base dell’arerosclerosi e di conseguenti ictus ed infarti. Il pericolo è la persistenza di queste sostanze che si annidano nel corpo umano e nell’ambiente
L’inquinamento è responsabile delle malattie più insidiose e mortali che colpiscono l’uomo. I ricercatori dell’Università di Uppsala (Svezia) hanno dimostrato per la prima volta l’esistenza di un legame tra l’esposizione a inquinanti ambientali come diossina, policlorobifenili (PBC) e pesticidi e l’aterosclerosi, l’indurimento delle vene che apre la strada a ictus e infarto.
Lo riporta la rivista Environmental Health Perspectives in uno studio che aggiunge un altro tassello alle cause delle malattie cardiovascolari.
Monica Lind, autrice della ricerca, sottolinea che anche se molte di queste sostanze sono state da tempo messe al bando, “data la loro persistenza si trovano ancora nell’ambiente, le ingeriamo con il cibo e, poiché vengono immagazzinate nel corpo, i loro livelli aumentano sempre di più durante l’invecchiamento”.
L’aterosclerosi, ossia la formazione di depositi sulle pareti dei vasi sanguigni, è causa principale delle patologie cardiovascolari. Diversi studi avevano dimostrato la correlazione tra queste ultime e alti livelli di diossina, policlorobifenili, sostanze usate nel passato a livello industriale, e pesticidi, che, essendo solubili nei grassi, si possono accumulare nelle pareti dei vasi. Ma solo oggi è stato dimostrato un legame tra questi inquinanti e la formazione di placche aterosclerotiche. In particolare, i ricercatori hanno misurato i livelli di questi tre composti nel sangue di circa 1.000 individui. Contemporaneamente, le analisi ad ultrasuoni hanno permesso di misurare l’aterosclerosi nell’arteria carotidea.

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