Iero e Sheila
Le capre, insieme alle pecore, sono state i primi animali ad essere addomesticati. Le capre sono allevate a livello industriale ed estensivo. L’uomo mangia la loro carne, beve il loro latte e ne ricava formaggio. Si veste con la loro lana (mohair e cashmere) e utilizza la loro pelle. Questi animali sono sempre stati associati al demonio, e sterminati e sacrificati per motivi religiosi. Da qui l’espressione “capro espiatorio” che nel linguaggio comune indica qualcuno a cui è attribuita tutta la responsabilità di malefatte, errori o eventi negativi e deve espiarne la colpa.
La legge non ammette che un libero cittadino tenga un animale “da allevamento” per non mangiarlo. Anche chi come me ha una sola capra e non vuole sfruttarla per ricavarne qualcosa, è tenuto a comunicarlo al servizio veterinario per mettersi in regola e viene considerato automaticamente un allevatore. Come “allevatrice”, anche se non ho mai mangiato carne in vita mia, sono stata obbligata a richiedere l’attribuzione del codice aziendale e a tenere un registro di carico e scarico aziendale per ovini e caprini. Se non altro, grazie alla compassione di un veterinario, sono riuscita a risparmiare a Sheila quell’orribile marca auricolare giallo fosforescente.
In campagna spesso le capre sono usate per pulire terreni incolti, e fatte figliare per venderne i cuccioli. Il mio primo incontro con questi splendidi animali è stato con Iero, un capretto tibetano. Il nome è il diminutivo di avventuriero, e così è stato nella sua vita. Era già stato molto fortunato nella vita, infatti la sua “funzione” non era quella di nutrire nessuno, bensì quella di tenere pulito il prato e il bosco dei suoi proprietari. Crescendo, però, oltre ai rovi e all’erba incominciò a mangiare anche le rose e i fiori, allora venne legato a catena. Le capre, come tutti gli animali, non sono nate per vivere legate e soffrono terribilmente in tali condizioni. Gli unici momenti di gioia di Iero erano quando lo andavo a trovare e avevo il permesso di liberarlo. Allora giocava con la cagna di casa a rincorrersi e a mordicchiarsi. A volte scappavano persino insieme per lunghe passeggiate nei boschi. Insomma cercava di godersi al massimo la libertà ritrovata. Questo però accadeva solo quando potevo andare da lui. Così ho cercato di dare a Iero una vita migliore prendendolo con me, e trovando una casa adeguata alle sue esigenze, con non poche difficoltà.
Un giorno sono venuta a conoscenza di una situazione di maltrattamento. In un recinto molto piccolo erano tenute più di venti capre, fra le quali molti cuccioli destinati ad essere venduti. Nessun riparo, né cibo né acqua, solo fango – per animali che hanno bisogno di mangiare in ogni momento. Non ho potuto fare molto per tutte quelle povere creature. Ho segnalato il maltrattamento alla protezione animali, ma nulla è cambiato: nessuno si cura di animali “nati per morire”, tanto meno la legge.
Spinta anche dal fatto che Iero aveva bisogno di vivere con un suo simile, non ho esitato a salvare almeno un cucciolo, Maria, una piccola capretta. Siamo stati insieme un solo giorno. Purtroppo Maria aveva una grave malattia dovuta alle pessime condizioni igieniche in cui aveva vissuto e nonostante le cure veterinarie è morta fra le mie braccia, dopo un giorno di agonia. Iero era impazzito di dolore, la cercava ovunque e piangeva disperato. Difficilmente dimenticherò quelle urla. Da quel giorno ha iniziato sempre più ad allontanarsi da casa, forse in cerca di altre capre.
Ero disperata e ancora sconvolta dalla perdita subita, ma Iero aveva bisogno di un’altra compagna e decisi di salvare un’altra capretta sperando che non fosse anch’essa malata. Così adottai Sheila, di pochi mesi di vita, perché la vidi magra e tremante nel gruppo delle altre capre. Purtroppo, al nostro arrivo a casa, Iero non c’era più. Si era allontanato di nuovo, e questa volta per non tornare. Forse è capitato nelle mani sbagliate. La situazione di emergenza per la scomparsa di Iero mi ha costretta a passare molto tempo in macchina per le ricerche, e così Sheila ha imparato da subito a viaggiare.
Ormai vive con me e Serena, una cagna meticcia di 12 anni, da più di 3 anni. In auto è molto educata e ama stare dietro nel portabagagli, le piace guardare fuori (proprio come fanno molti cani) e ascoltare la musica, appoggia addirittura l’orecchio vicino alla cassa! Da quando Sheila è entrata a far parte della famiglia abbiamo dovuto cambiare casa più di una volta, ma da un anno e mezzo finalmente ci siamo stabilizzate in un appartamento molto grande con un ampio giardino recintato dietro casa.
Le capre sono abituate a vivere in branco e soffrono molto la solitudine, per questo Sheila ha una casetta di legno in giardino, ma ama stare con me e Serena dentro casa e dormire sul suo divano. Può entrare ed uscire a suo piacimento da una apposita porticina situata nella porta di camera. Ha imparato prima di Serena ad usarla! Mangia fuori e spesso entra a cercarmi per farsi fare le coccole. Verso sera ama accucciarsi sul suo divano in camera o in salotto. Quando in inverno accendo la stufa a legna è contentissima, si accuccia e rumina vicino al calore.
C’è una forte empatia fra di noi, la capisco al volo e lei capisce me. Il suo umore è influenzato dal mio; se sono allegra e tranquilla lo è anche lei. Se invece c’è qualcosa che non va e sono nervosa, lo sente subito, diventa anche lei intrattabile e dispettosa. Sente quando sono triste e viene spesso vicino a me quasi a darmi il suo conforto. È dolcissima.
Quando esco di casa va in giardino e si affaccia nella speranza di vedermi per salutarmi con lo sguardo. Quando ritorno sento che mi chiama da lontano mentre scendo dalla macchina, senza che mi abbia ancora visto! Sembra che sappia sempre l’ora precisa del mio rientro e aspetta in giardino guardando nella direzione dalla quale arrivo. Spesso sono seduta davanti al computer e lei mi viene vicino in cerca di coccole, la accarezzo a lungo e lei sta accanto a me, ma se smetto di farlo o non mi accorgo quando viene da me, si fa notare subito.
Mi spinge la gamba con la testina o fa rumore mordendo qualcosa, mi tira i vestiti e talvolta persino i capelli! Le ho messo un cuscino così può starmi vicina. Non si ferma un attimo, ma quando le faccio le carezze si immobilizza per il piacere. Mi accorgo che più tempo le dedico, più è tranquilla e obbediente, perché ciò la rende felice. Il suo umore cambia anche in base al tempo. Ama il sole e odia la pioggia e il vento. Quando il sole scalda il giardino Sheila trascorre tutta la mattina sdraiata con gli occhi chiusi e si gode il tepore dei raggi. D’estate spesso mi sdraio anch’io a prendere il sole e lei mi si mette accanto sul lettino. È buffissima.
Sheila è intelligentissima, ma anche dispettosa e testarda. In casa ha imparato ad aprire gli armadi, il frigorifero e persino tutti i tipi di cassetti! Afferra il pomello con la bocca e tira. Si diverte ad aprirli e chiuderli ripetutamente e a far cadere il cassetto in terra. Allora mi sono attrezzata con le chiusure di sicurezza per bambini! Capisce e risponde al suo nome e a molte frasi ricorrenti. Più le insegno e più impara proprio come i bambini o i cani. Si esprime anche con la voce, cambiandone il tono e il volume.
Con Serena ha subito trovato un equilibrio ed essendo cresciuta insieme a lei c’è molta armonia fra loro. Serena la protegge, ma quando Sheila vuole rubarle il cibo la fa stare al suo posto, abbaiandole. Sheila si indispettisce, scuote la codina in senso di disappunto e si mantiene in disparte. Quasi ogni giorno facciamo tutte e tre, insieme, una passeggiata in campagna.
Sheila è anche una grande giocherellona. È divertentissimo guardarla e giocare con lei! Si alza su due zampe impennandosi, saltella dappertutto e corre in cerchio sul prato. Le piace farsi rincorrere! Per quanto sia brava ci vuole tanta pazienza, ed è molto impegnativo occuparsi di lei, ma il suo affetto e simpatia mi ripagano giornalmente.
È un esserino incredibile e riempie la casa di allegria e dolcezza! Una volta mi è capitato di sentire alla radio di una nuova moda, mi pare negli Stati Uniti, di adottare una capretta da tenere in giardino come “taglia-erba”. Non c’è cosa più sbagliata. Scrivendo questa storia non voglio trasmettere niente del genere, le capre sono animali difficili e impegnativi, vorrei, invece, far venir voglia di smettere di trattare gli animali come oggetti. Tutti gli animali hanno una propria personalità e un proprio carattere, provano amore, gioia e dolore. Proprio come noi, come i cani e gatti con cui viviamo, e come Sheila. Quando uomini e animali vivono insieme, entrambi sviluppano sempre una forte empatia, e si affezionano l’un l’altro.
Non capirò mai come persone tanto sensibili con animali come il proprio cane e gatto possano mangiare con tanta indifferenza altri animali uguali a loro. Molte persone come me hanno scelto di non farlo più da molti anni. Per questo sono vegana.