Due giorni dedicati all’assurdo, oggetti folli, creazioni originali, progetti strampalati, autoproduzioni stravaganti con lo scopo di far riflettere sulla società in cui viviamo, ma anche per recuperare e riutilizzare oggetti in disuso. Mare culturale urbano ha lanciato “Mai più senza” , il primo Festival dedicato alle stranezze che fanno riflettere e che si è tenuto a Milano.
Una società stracolma di input visivi, informazioni senza filtro, oggetti che diventano scarti prima ancora di entrare nelle nostre case, merita di fermarsi e immergersi almeno per due giorni in una vera assurdità. A Cascina Torretta di Trenno, a Milano, il week end del 16 e 17 settembre è stato all’insegna della Pop art. Ci si aspetterebbe Andy Warhol a presentare il quadretto all’ingresso che pone le condizioni per come essere acquistato, conservato e ceduto ad un’altra persona dopo un anno, oppure a spiegare il progetto “Io sudo” di Bernardo Corbellini e Bice Dantona, l’effetto bagnato di sudore che ti fa’ sembrare uno sportivo anche se non ti alzi dal divano da anni. Una provocazione? Certo che sì! il manifesto del progetto lo spiega bene: “Basta lunghe corse sotto il sole per postare selfie da figo o per farti vedere sudato dagli amici al bar”. Uno sbeffeggio agli edonisti che si mettono in piazza e a furia di foto si dimenticano di correre e, alla lunga, di vivere la vita reale.
E’ invece di tre giovanissimi studenti del NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) il progetto “Recycling boards”, la realizzazione a mano di lampade a led in Oroglas colato e Acero canadese recuperato dagli skateboards. “Il riuso viene unito alla funzionalità” spiega Riccardo Gianduzzo uno degli ideatori del progetto. “Abbiamo iniziato a lavorare le tavole con gli strumenti che trovavamo a casa trasformando vecchi skate ceduti dai nostri amici in opere artistiche cercando di restituire loro una qualche un’utilità.” Da qui la realizzazione di appendini, lampade e oggetti su misura. “Chiediamo agli skaters che devono buttare via la loro tavola di riporla nei bidoni Recycling, in cambio regaliamo un portachiavi e la possibilità di riadottare la propria tavola nella sua veste nuova.” Cosa c’è di assurdo in tutto questo? A rispondere è Elena Lana di Mare culturale urbano, organizzatore del Festival: “L’assurdo è di per sé un’opera aperta in cui chiunque può metter dentro una sua idea. E’ la possibilità di esprimersi senza giudizio e senza perimetri delineati, ciascuno da’ voce alla sua creatività senza timore di sbagliare. Tutto è accettato e lecito. Abbiamo aperto un vero e proprio concorso che premia le migliori idee assurde mai uscite dal cassetto dedicato anche ai non oggetti come le filosofie di vita, i nuovi modelli lavorativi o i nuovi servizi. Ci piacerebbe che questa iniziativa stimolasse nuove idee e che Mare culturale urbano diventasse un vero e proprio incubatore di progetti creativi.”
Una creatività prestigiosa sia di forma che di sostanza è la “Rivista letteraria” di Alberto Motta, giornalista che ha inventato questo megazine da collezione a tiratura limitata che riunisce scrittori da tutto il mondo: armeni, cinesi, finlandesi, italiani, inglesi che non raccontano semplici storie ma avvenimenti di vita vissuta, personali, intimi e coinvolgenti. Cinque i numeri realizzati fino ad ora, le riviste sono numerate a mano al momento dell’acquisto e ad ogni numero corrisponde il nome e cognome di chi l’ha acquistato. “Così anche tra 10 anni so che la copia n.120 del numero 5 ce l’hai tu” spiega Alberto. “E’ una rivista indipendente e libera da condizionamenti editoriali e pubblica i migliori scritti italiani ed esteri. L’idea è nata nel 2013 quando ho dato appuntamento ad una decina di scrittori chiedendo di scrivere quello che conoscevano meglio senza spiegare che cosa ne avrei fatto. Ecco il numero 0 di Rivista letteraria”. Di carta riciclata all’interno, la copertina è invece di bianco ottico su carta a uso a mano. Sporcarla significa personalizzarla e farla propria. Anche la grafica è scelta con cura: “Disegni e non immagini. Siamo tempestati da fotografie e colori scintillanti, il disegno in bianco e nero è decisamente voluto e si sposa con i font che continuano a cambiare a seconda del pezzo per renderlo più o meno punk.” E cosa c’è di più assurdo che leggere l’Odissea in tweet? “Jeffe Bender si è messo nei panni dell’ Omero moderno ed ecco l’Odissea raccontata in 140 caratteri alla volta”.
E se di assurdo si parla e si racconta, qui al Festival c’è anche esposta una moneta da 500 milioni di dollari. “In questo mondo assurdo esiste ed è stata emessa dalla Banca dello Zimbabwe” dice Manuel Urrazza appassionato di geopolitica e di stranezze e curiosità dal mondo. “Il dollaro zimbabwiano è nato con la nuova repubblica dello Zimbabwe nel 1980. Queste monete hanno smesso di esistere nel 2009 dopo aver raggiunto un tasso di inflazione annuo pari a 89.700 miliardi di miliardi di punti percentuali. Tra le varie cause dell’iperinflazione zimbabwiana c’è stata la decisione di stampare moneta con tagli sempre maggiori. Nel 2007 venne introdotta la banconota da 200mila dollari poi quella da 10milioni di dollari. Ad aprile 2008 quella da 50milioni di dollari e così via sempre più in alto fino ad arrivare al 16 gennaio 2009 quando la Reserve Bank of Zimbabwe annunciò la stampa di altri tagli con la banconota da 100.000 miliardi di dollari, con un valore di cambio di circa 30 dollari statunitensi.”
Dal mondo assurdo in cui viviamo a quello immaginifico nella nostra testa, dalle letture geniali per bambini alla Slow run, la corsa dove vince chi arriva ultimo, ai concerti di musica diversamente bella a cura di Orrore a 33 giri e poi le proiezioni di corti e di film al retrogaming. A questa iniziativa, che vuole essere la prima di una lunga serie, hanno collaborato anche il Politecnico di Milano con Luca Fois e gli studenti di design degli eventi, il Centro sperimentale di cinematografia , Makers Hub, Social Content Factory, Ulule, Re.urban e CTRL Magazine.
Per info sulle realtà che hanno partecipato