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Il rapporto sui conflitti di interesse del governo

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L’autorità garante della concorrenza e del mercato ha pubblicato la relazione semestrale sui conflitti di interesse del governo. Ne consigliamo la lettura, trovate il documento scaricabile in Pdf qui allegato.
L’autorità garante della concorrenza e del mercato ha pubblicato la relazione semestrale sui conflitti di interesse del governo. Ne consigliamo la lettura, trovate il documento scaricabile in Pdf qui allegato. Ci sono state situazioni per le quali i conflitti di interesse tra le cariche governative e altre cariche o incarichi nel privato sono stati risolti direttamente e di iniziativa degli stessi interessati prima dell’assunzione della carica di governo; ci sono state invece situazioni per le quali il conflitto è stato risolto dopo l’entrata in carica e nelle more della dichiarazione da rendere. Poi ci sono state anche situazioni di singoli che hanno rimosso il loro conflitto solo dopo essere stati “richiamati” dall’Autorithy. Inoltre le dichiarazioni sulle attività patrimoniali non sono state rese da tutti. Interessanti poi le conclusioni che sostanzialmente attestano una normativa italiana non adeguata e non allineata con gli altri paesi. 
UN ESTRATTO DELLE CONCLUSIONI:
“Dall’ampia panoramica condotta dall’Autorità, sugli standard adottati a livello
europeo e internazionale, è emerso l’orientamento generale di affrontare il problema
del conflitto di interessi non solo attraverso l’applicazione di strumenti sanzionatori
correlati al mancato rispetto di più o meno rigorosi divieti normativi, bensì con un
atteggiamento più pragmatico, che favorisca logiche concrete e a carattere preventivo
piuttosto che su soluzioni astratte ed essenzialmente repressive.
La disciplina italiana e, in particolare, la legge n. 215/2004, risulta, sotto
questo aspetto, non ancora allineata alle proposte risolutive generalmente applicate a
livello europeo e internazionale.
Si richiamano, a tale proposito, le osservazioni formulate dal Collegio nelle
precedenti relazioni al Parlamento (con specifico riguardo alla relazione dello scorso
dicembre 2013), nelle quali si rilevava la necessità di una rivisitazione della legge n.
215/2004, intesa a rafforzare, nel sistema, le misure a carattere preventivo e a fornire
all’Autorità adeguati mezzi di enforcement, diretti ad assicurare un effettivo ed
efficace perseguimento delle finalità assegnate alla normativa in vigore.
Sarebbe, pertanto, auspicabile una riformulazione della nozione di conflitto di
interessi proposta dalla legge n. 215/2004, dando rilevanza, sulla scorta delle soluzioni
accolte a livello internazionale, alla situazione di “pericolo” che contraddistingue il
conflitto rispetto ai reati contro la pubblica amministrazione. D’altronde, il carattere
peculiare del conflitto di interessi è proprio l’ “ontologico” orientamento all’etica
pubblica e la funzione non repressiva (o non soltanto repressiva) degli strumenti di
contrasto generalmente applicati in questa materia”.
E ANCORA: 
“La necessità di far fronte all’intrinseca debolezza dei meccanismi di
enforcement previsti dalla legge in vigore, derivante dall’assenza di efficaci strumenti
coercitivi, ha certamente inciso sulla decisione dell’Autorità di implementare i
protocolli informativi e il proprio ruolo di organo consultivo (cfr. Par. II) e trova una sua 
concreta testimonianza nell’esito di un’istruttoria condotta durante lo scorso esecutivo
nei confronti del Vice Ministro per le infrastrutture e i trasporti, Vincenzo De Luca,
dichiarato incompatibile dall’Autorità in relazione alla carica di sindaco del comune di
Salerno, la cui situazione di incompatibilità non è stata mai risolta dall’interessato né
dagli organi competenti alla sua rimozione”.

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