Un boom inaspettato di impianti fotovoltaici con una produzione di energia ben oltre le stime di tutti i governi precedenti. Negli ultimi quattro anni la produzione si è moltiplicata per 100. Adesso ci vuole coerenza politica
In Italia è stata superata la fatidica soglia dei 500 mila impianti fotovoltaici. Appena pochi giorni fa il GSE ha comunicato che gli impianti registrati sul Contatore Fotovoltaico, posizionato in home page, ad oggi sono 500.686 per una potenza distribuita su tutto il territorio nazionale di oltre 17.177 MW e un costo indicativo cumulato annuo di circa 6,6 miliardi di euro.
Questi numeri vanno ben oltre le più rosee previsioni. Se si volge lo sguardo indietro viene quasi da sorridere: nel 2007 inviando una previsione a Bruxelles il Governo italiano aveva identificato un potenziale di 8,5 GW fotovoltaici entro il 2020. Mentre al 2013 abbiamo già superato il doppio di quella cifra.
Ma i dati del Gse invece adesso ci parlano di un boom inaspettato. Negli ultimi quattro anni in Italia la produzione elettrica da fotovoltaico si è moltiplicata quasi per 100, per 97 a voler essere precisi. Nell’anno appena concluso infatti i 16,35 GW di potenza solare installata nel paese hanno dato 18.800 GWh di elettricità, oltre 8mila GWh in più che nel 2011, quando la potenza installata era di circa 12,8 GW. Solo quattro anni fa, nel 2008, erano 193 GWh in un anno.
Secondo Agostino Re Rebaudengo, presidente di APER, “Sarebbe auspicabile che i positivi risultati fino ad ora raggiunti non venissero vanificati da politiche inadatte a promuovere un sempre maggiore utilizzo di fonti rinnovabili. La nostra speranza è che il Governo che verrà, in conformità ai vincolanti obiettivi europei e alla Strategia Energetica Nazionale (SEN) recentemente approvata, adotti una politica coerente, come suggerita dalle 26 azioni per lo sviluppo delle rinnovabili elettriche in Italia, proposte dalla nostra associazione e sottoscritte dai principali partiti politici prima delle elezioni”.
“Sarebbe un grave errore infatti – conclude il Presidente di APER – non beneficiare degli effetti positivi dello sviluppo delle rinnovabili: risparmio nella “fattura energetica italiana” (non dovendo pagare gas, carbone e petrolio), nuovi posti di lavoro qualificati e, non ultimo, un ambiente migliore e quindi meno malattie dovute alle emissioni inquinanti e ad effetto serra”.
Fonte: qualenergia.it