Italia: troppo dipendente da petrolio e gas
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Nel nostro Paese per la produzione energetica si ricorre principalmente al petrolio (38,4%), che tuttavia registra una progressiva flessione negli ultimi anni , ed è seguito a ruota dal gas naturale (36,6%). Molto più distanti le rinnovabili, con una fetta di produzione calcolata attorno al 12,2% del totale, secondo i dati disponibili del 2010.
Secondo l’analisi è anzitutto necessario ridurre la dipendenza dalle forniture estere, puntando sulla diversificazione delle fonti. Sempre più urgente un intervento per rendere più efficiente la distribuzione, con un sistema di smart grids, le griglie intelligenti di diffusione locale che dovrebbero limitare gli sprechi. Ma bisogna fare di più sull’incentivazione dell’efficienza energetica e sul risparmio conseguibile nel settore residenziale ed industriale. Il rapporto individua tre possibili scenari futuri. Il peggiore dei quali si manifesta in assenza di politiche e misure aggiuntive, con le emissioni che riprenderebbero ad aumentare non consentendo di raggiungere gli obiettivi di riduzione tracciati dalla Commissione Europea.
Le analisi di scenario più favorevoli seguono la Roadmap tracciata dalla Commissione, con una riduzione delle emissioni del 80% da qui al 2050. Secondo il rapporto mancano però alcune tappe intermedie di riduzione: in particolare entro il 2030 le emissioni dei gas a effetto serra dovrebbero essere ridotte del 40% rispetto ai livelli del 1990 ed entro il 2040 del 60%.
Come si fa a ridurre le emissioni? Il primo settore dove intervenire è senz’altro la generazione elettrica ed i costi per il riscaldamento, ma tutti i settori sono chiamati a contribuire, incluso quello più dipendente dalle fonti fossili, quello dei trasporti.