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L’economia del bene comune: speranza e risorsa

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Può esistere un’economia post-crescita? Un’economia più sociale? Sussidiaria? Più equa, più solidale? Può esistere un’economia più democratica? Sì, è l’economia del bene comune, come spiegano Jean Tirole, premio Nobel per l’economia, e Bernhard Oberrauch, presidente della federazione per l’economia del bene comune in Italia.
«L’Economia del Bene Comune è un movimento internazionale nato per promuovere un modello economico nuovo fondato sulla massimizzazione del bene comune – spiega la Federazione sul proprio sito – È una leva di cambiamento sul piano economico, politico e sociale, un ponte tra un sistema economico ormai vecchio e contraddittorio ed un nuovo modo d’intendere e praticare l’economia».
«EBC è un movimento globale organizzato in reti nazionali attualmente distribuite in 26 paesi – spiegano dalla Federazione – Coinvolge migliaia di persone, oltre 100 gruppi regionali attivi in tutto il mondo e tavoli di lavoro transnazionali. In Italia e nel Sudtirolo, oltre 100 aziende sostengono l’economia del bene comune, numerose scuole hanno integrato i piani di studi divulgando l’economia del bene comune e alcuni comuni hanno iniziato a studiare ed adoperare il modello. In collaborazione con le Università EBC sta attualmente elaborando un indicatore regionale del Bene Comune».
«Scopo di un’economia orientata al bene comune è una elevata qualità della vita per tutti gli esseri viventi. Dignità umana, equità e solidarietà, sostenibilità ambientale, giustizia sociale e la cogestione democratica ne sono gli elementi fondamentali. Profitto e crescita sono consentiti e desiderati anche nell’Economia del bene comune, ma non sono unico e primario obiettivo dell’economia.Sul piano economico è un’alternativa concretamente praticabile per aziende di diverse dimensioni e forme giuridiche. Scopo dell’impresa e valutazione del successo della stessa vengono definiti secondo i valori orientati al bene comune».
«Sul piano politico l’economia del bene comune vuole ottenere cambiamenti normativi, che vadano a premiare (Contributi, incentivi, criteri orientati al bene comune nell’assegnazione di appalti pubblici ecc.) quelle imprese che si dimostrino meritevoli sul piano del bene. Il Bilancio del bene comune rende misurabile il merito per il bene comune. Sul piano sociale l’economia del bene comune promuove un’educazione consapevole al cambiamento di paradigma, che stimola il maggior numero di persone ad agire in modo cooperativo e di valorizzazione reciproca. Noi desideriamo scuotere le persone, dare loro informazioni, offrire alternative, motivarle ad agire, dare loro la speranza, che ciascuno può fare qualcosa per sé e per un contesto più ampio».
Al festival dell’economia di Trento, di recente, Jean Tirole ha sottolineato per una visione globale dell’economia e della vita sociale «l’importanza di una riunificazione di tutte le scienze e delle loro metodologie». Ha posto un quesito cruciale, ossia «in quale società vogliamo vivere: la scelta sta ad ognuno di noi che la può indirizzare ed ottimizzare verso il bene comune».

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