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L’edilizia è già morta, puntiamo alla riqualificazione!

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L’edilizia è stata per anni il traino dell’economia italiana, ma oggi è in grave crisi. Inutile sperare di spargere nuove colate di cemento. Si deve ristrutturare e puntare alla riqualificazione urbana. Le agevolazioni aiutano…
Per l’edilizia il periodo delle vacche grasse è finito da un pezzo, anche se molti ancora stentano a rendersene conto. Non è più tempo di condoni, e grandi speculazioni edilizie. Dall’inizio nel 2008 della crisi economica ad oggi, tra i settori industriali che più hanno sofferto e che ancora stentano a riprendersi c’è l’edilizia. Crollano gli investimenti e il mercato abitativo torna ai livelli degli anni Ottanta. A dirlo sono i dati pubblicati ad aprile dalla Direzione affari economici e Centro studi di Ance (associazione nazionale costruttori edili) nel rapporto “Ance mercato abitativo”.
In tutto questo ci sono delle buone notizie, che dovrebbero farci capire qual è l’unica direzione giusta, che può far sopravvivere il comparto: la riqualificazione urbana del patrimonio esistente. In sei anni, dal 2008 al 2013, si legge nel rapporto, unico dato positivo che il comparto fa registrare è quello relativo agli investimenti ininterventi di recupero abitativo che, complice all’effetto dell’applicazione di incentivazioni fiscali, mostra una tenuta dei livelli produttivi (+0,8% nel 2012 e +3% nel 2013 su base annua), per un aumento complessivo, nell’arco dei sei anni, del 12,6%.
Di contro il livello degli investimenti in nuove abitazioni ha perso il 54,2% in termini reali. Solo nell’ultimo anno ha registrato un calo del 17% rispetto all’anno precedente, mentre per il 2013 è prevista ancora una flessione del 13%.
Complessivamente, per gli investimenti in abitazioni (nuovo e recupero) la flessione, nell’arco del periodo 2008 – 2013, raggiunge il 23,1% in termini reali.
Anche il numero di permessi rilasciati per la costruzione di nuove abitazioni e ampliamenti continua il trend negativo, in atto ormai dal 2006. Tra il 2005 e il 2010 si registra una flessione del 57,9%. Per il 2011 e la prima metà del 2012 i dati Istat sulle nuove abitazioni concesse indicano ulteriori flessioni tendenziali, rispettivamente pari al -5,7% e al -21,8%. Sulla base delle informazioni disponibili, Ance stima in circa 95 mila i permessi su abitazionirilasciati nel 2012. In sei anni, pertanto, il caloraggiunge quasi il 70%.
Fino al 30 giugno 2013 sopravvivono le generose detrazioni del 50% sulle ristrutturazioni edilizie e quelle del 55% sulla riqualificazione energetica, che speriamo vengano ulteriormente prorogate e rese permanenti. Chi investe nella casa ha ancora ragione di sperare bene. Ma non deve sperare in nuove colate di cemento, meglio ristrutturare per risparmiare energia e guadagnare in comfort.

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