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L’etichetta è falsa in un caso su cinque

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Gli elettrodomestici spesso non consumano quanto dichiarato nell’etichetta energetica. Di questo passo si compromette la possibilità di ottenere il risparmio preventivato dalla Commissione Europea…
I furbetti dell’elettronica sono stati beccati. I consumi energetici di un elettrodomestico su cinque, a quanto pare, sono superiori a quanto dichiarato nell’etichetta energetica. A dircelo sono i risultati del progetto MarketWatch, co-finanziato dalla Commissione Europea e portato avanti da un consorzio di associazioni ambientaliste e consumeriste europee, tra cui Legambiente e Movimento di difesa del cittadino.
In tre anni di test – informa Legambiente – sono stati osservati da vicino frigoriferi, lavastoviglie, lampadine e altri elettrodomestici per verificare la loro aderenza alla normativa europea sull’efficienza energetica (l’efficienza dei prodotti è regolata dalla direttiva Ecodesign) e a quanto dichiarato sulle etichette. Secondo il risultato finale dell’indagine, un elettrodomestico su cinque tra quelli sottoposti ai test consuma più elettricità di quanto riporta la sua etichetta. Complessivamente, 18 prodotti dei 95 testati sono, a diverso titolo, fuorilegge rispetto alle norme europee sull’efficienza energetica.
Gli esperti – spiega Legambiente in una nota – stimano che oltre 10 miliardi di euro di risparmio energetico vada perso ogni anno a causa dei produttori e dei rivenditori di elettrodomestici che non seguono le norme europee sull’efficienza. Un fatto che sta erodendo la possibilità di ottenere il risparmio annunciato dalla Commissione Europea all’inizio del 2015 alla presentazione della norme Ecodesign e della revisione dell’etichetta energetica: un taglio di 465 euro all’anno alla bolletta energetica di ogni famiglia europea al 2020.
Nell’ambito dell’indagine MarketWatch, però, diversi produttori hanno dichiarato che sarebbero felici di mettere a disposizione dei software per aggiustare i prodotti testati e riportali in linea con quanto richiesto dalla normativa. MarketWatch ha chiesto recentemente alla Commissione europea di mettere in campo delle regole per prevenire il fatto che l’aggiornamento dei software attraverso internet possa rendere i prodotti più energivori o addirittura obsoleti. Un fenomeno che al momento non è regolato.

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