L’etichetta trasparente della macrobiotica
homepage h2
Centro Alti Studi della Difesa, medici e studiosi per la sicurezza alimentare
Non è una questione formale o un’ossessione da ortoressia: l’Etichetta trasparente pianesiana, messa a punto già negli anni ’80, è uno strumento definitivo per la tutela dei consumatori e dell’ambiente. Un ostacolo alla diffusione delle agromafie, come è stato ricordato nel corso del convegno dedicato a “Sicurezza alimentare ed etichettatura: la proposta pianesiana”. Fra i relatori, nella sala Montezemolo del Centro Alti Studi della Difesa, a Roma, medici, studiosi, esponenti del Parlamento europeo e vertici delle Forze armate: la sicurezza alimentare è una questione centrale anche nei teatri operativi delle missioni internazionali. “L’adozione di comportamenti alimentari consapevoli , la valorizzazione dei prodotti ottenuti nel rispetto dell’ambiente e della salute collettiva trova nel Dicastero comunanza e condivisione”, ha scritto la ministra Roberta Pinotti nel suo messaggio augurale.
Fondatore e presidente dell’associazione internazionale Upm – Un Punto Macrobiotico – Mario Pianesi è considerato l’unico erede, in Occidente, di Georges Ohsawa, divulgatore della medicina tradizionale cinese e inventore di un programma alimentare basato sull’equilibrio tra forze antagoniste e complementari: lo Yin e lo Yang. Marchigiano di origini contadine, autodidatta in medicina, fisica, chimica e biologia, membro di accademie e centri di ricerca in tutto il mondo, consulente dell’Unesco, insignito per i suoi meriti di 11 cittadinanze onorarie, oggi è riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale come uno dei maggiori esperti di Macrobiotica. Di fatto è un rivoluzionario.
Gli Upm di Pianesi
Chi si lascia ispirare dalla filosofia orientale riformulata da Pianesi (che è anche disciplina terapeutica) si nutre con il 6-8 % di grassi e il 10-12 % di proteine a base di cereali integrali 70-75 % (riso, miglio, orzo), verdure 35-40 % (cipolla, carota, verza, cavolo cappuccio, broccolo, cavolfiore, cicoria, rapa, prezzemolo, cime di rapa) e legumi 6-8 % (ceci, azuki, lenticchie, fagioli borlotti, fagioli neri). Nei 100 Upm (Un punto macrobiotico) aperti in Italia, circoli culturali che diffondono il pensiero pianesiano, si pratica la via naturale all’alimentazione. Anziani, studenti e forze dell’ordine mangiano sano a prezzi ridotti.
Diete “Mapi” e Policoltura
Il metodo di Pianesi, valutato per anni, è risultato scientificamente efficace: le diete Mapi intervengono positivamente nella cura di molte malattie metaboliche. La sua policoltura fa bene all’ambiente: in Mongolia, ad esempio, la piantumazione di alberi locali ha fermato la desertificazione. Si tratta di un sistema di produzione a bassissimo impatto ambientale che si basa sull’autoriproduzione spontanea dei semi e sul recupero di varietà di cereali antiche e autoctone, di ortaggi e legumi coltivati senza prodotti chimici di sintesi. Una pratica virtuosa diffusa in Costa d’Avorio, nei Paesi Arabi, in America Latina: Fidel Castro segue da anni le indicazioni alimentari di Mario Pianesi. Cina, Thailandia, Pakistan, Tunisia, Palestina, Libia, Guinea, Cuba, Haiti, oltre a delegati Onu, Fao e Unesco, cooperano da tempo con Pianesi e il suo movimento.
Diritto al cibo naturale
“Il nostro primo nutrimento è l’aria. Il secondo l’acqua. E’ rilevante conoscere la composizione completa degli alimenti che assumiamo”, dichiara Mario Pianesi. E aggiunge che “ognuno di noi ha il diritto di mangiare cibo naturale e il dovere di mantenersi in salute”. Una questione morale ed economica: nutrirsi male (con cibi industriali ed elaborati) ci costa 40mld l’anno.
TTIP, i rischi per la salute
Cristiana Muscardini, per 25 anni parlamentare europea (vicepresidente della commissione Commercio Estero) riconosce allo studioso marchigiano il merito di aver contribuito a migliorare la legislazione vigente, ma soprattutto di aver riattivato molte coscienze: “E’ necessario l’impegno di tutta la società per difendere l’aria, l’acqua, il suolo, la natura nel suo complesso e la salute della popolazione, obiettivo primario per ogni nazione”. E tira in ballo l’accordo commerciale con gli Stati Uniti (TTIP): “Non si possono ignorare i rischi derivanti dall’importazione di cibi di scarsa qualità e di standard di tutela della salute sempre più bassi”. Compete a ciascuno di noi la scelta, che è etica ed economica, “ anche per restituire dignità alle piccole imprese soffocate dalla grande distribuzione”.
Approccio nutrizionale alle patologie
Francesco Fallucca, presidente del Centro internazionale di Diabetologia e l’endocrinologo Paolo Pozzilli (direttore dell’area di Diabetologia del Campus Bio-Medico di Roma), che hanno tradotto scientificamente le intuizioni di Pianesi, hanno dimostrato di recente l’efficacia dell’approccio nutrizionale in caso di malattie del metabolismo e cardiovascolari: le diete Mapi funzionano più di quelle raccomandate dalla medicina ufficiale. E sull’ Etichetta trasparente pianesiana Pozzilli amplia la riflessione: “Applicata nella filiera agroalimentare del sistema Upm, permette la totale tracciabilità del processo produttivo”.
Pesticidi e interferenti endocrini
Una buona comprensione della dieta passa attraverso la conoscenza degli alimenti, dunque la sua etichetta: “E’ dimostrato che alcuni inquinanti penetrano nelle filiere produttive. I pesticidi, ad esempio, accumulati negli alimenti si trasformano in disturbatori endocrini facilitando l’insorgenza di obesità e insulino resistenza”, spiega Pozzilli. La Commissione UE deve urgentemente affrontare il problema dell’impatto sulla salute umana di pesticidi, insetticidi, disinfettanti, “non avendo ancora definito i criteri scientifici di classificazione dei cosiddetti interferenti endocrini”.
L’Etichetta pianesiana come “bugiardino”
L’Etichetta trasparente pianesiana permette di tracciare la presenza di composti dannosi nei cibi. E’ uno strumento di prevenzione e di garanzia per un’alimentazione sana e certificata. Riguarda chiunque voglia nutrirsi in modo più consapevole. Ma è indispensabile nella gestione giornaliera di pazienti affetti da diabete e patologie correlate. Se il cibo è (anche) un farmaco, l’etichetta è il suo bugiardino.