Vai al contenuto della pagina

L’ultimo regalo di Monti: Imu definitiva

homepage h2

Il governo ha riscritto una piccola parte del documento di programmazione economica e finanziaria (il Def) producendo un effetto sostanziale: l’Imu, che era stata introdotta come misura triennale – fino al 2015 – è diventata permanente.
Il governo ha riscritto una piccola parte del documento di programmazione economica e finanziaria (il Def) producendo un effetto sostanziale: l’Imu, che era stata introdotta come misura triennale – fino al 2015 -, è diventata «permanente» (anche se sarà comunque necessaria una legge che la confermi). Di conseguenza è diventata inutile la parte del Def che descriveva gli scenari economici dopo gennaio 2015 senza l’apporto del balzello più odiato dagli italiani.
La Banca d’Italia è stata in audizione al Parlamento per dare il suo giudizio sul Def: il documento è promosso nella sostanza, anche se Palazzo Koch sprona il prossimo governo a fare di più per la crescita. Nonostante la crisi «più intensa dalla fine della Seconda guerra mondiale», infatti, i risultati conseguiti nell’ultimo biennio sul fronte dei conti pubblici sono «importanti» dice Bankitalia, elogiando una traiettoria dei conti pubblici che rispetta i patti con l’Europa e pone i presupposti per un ritorno alla crescita: «la stabilità finanziaria è un prerequisito per una ripresa durevole» ha scandito il Direttore centrale per la ricerca economica Daniele Franco. E per dissipare ogni dubbio sulla solidità finanziaria non va bene, come ha fatto il governo, formulare due ipotesi distinte sui conti, con e senza gettito Imu: «vanno immediatamente dissipate le incertezze sulla stabilità del gettito legato al vigente sistema di imposizione sugli immobili». Obiezione accolta prontamente.
Il problema è più che mai la «profondità della recessione»: il quadro delineato dal Def è dunque soggetto a «rischi al ribasso».  
La Banca d’Italia osserva poi che per mantenere il pareggio di bilancio anche dal 2015 saranno necesarie ulteriori correzioni, «sia pure di dimensioni limitate rispetto al passato», al massimo per un punto di Pil. Quanto all’aumento dell’Iva previsto da luglio, per evitarlo servirebbero 2 miliardi di copertura. L’aumento è già nella legislazione vigente, difficile trovare le risorse per una marcia indietro.
Fonte: La Stampa

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!