La tenuta di Mondeggi, vicino a Firenze, ha conosciuto negli ultimi anni una vera e propria rinascita grazie al lavoro di una comunità “resistente”, come si è definita, che ha occupato l’area, avviato relazioni con le istituzioni e coltivato i terreni. «Ora siamo pronti a un passo ulteriore» dicono i promotori.
«Dopo tre bandi d’asta andati deserti e numerosi tentativi di vendere Mondeggi con varie modalità, nel luglio del 2021 l’intera tenuta è stata tolta dai beni alienabili da parte della Città Metropolitana» spiegano dalla comunità di Mondeggi. «Questa nostra prima e importante vittoria è stata ottenuta anche perchè proprio in quel periodo sono stati assegnati alla città metropolitana fondi all’interno del PNRR per la ristrutturazione dell’intera tenuta».
«Benché ad oggi non esista un accordo formale firmato fra le parti, stiamo lavorando con la Città Metropolitana per arrivare a riconoscere la presenza e il lavoro di chi ha occupato Mondeggi e l’ha riportata in produttività – proseguono dalla comunità – Tuttavia in questi ultimi due anni abbiamo ricevuto un riconoscimento implicito della nostra comunità grazie al fatto che sino ad ora, a detta degli stessi tecnici della metrocittà, siamo stati l’unico interlocutore ai fini della definizione delle linee progettuali e della cantierizzazione dei lavori. A partire dai primi mesi del 2022 infatti, abbiamo incontrato e collaborato non solo con i consulenti universitari, ma anche con i tecnici della stessa città metropolitana».
Mondeggi si è trasformata negli anni e sono gli stessi protagonisti a spiegarlo: «Siamo nati come comunità resistente che si è opposta alla svendita del patrimonio pubblico attraverso la creazione di un presidio contadino, grazie al quale è stato possibile curare una buona parte dei terreni di mondeggi con criteri agroecologici. Negli anni, dalla semplice opposizione la comunità si evoluta sviluppando una proposta basata sulla gestione collettiva del territorio attraverso i principi dei beni comuni (commons). La comunità è quindi divenuta aperta e inclusiva e ha sperimentato pratiche di autogoverno basate sul metodo assembleare, al cui interno chiunque può partecipare attivamente. Questa tipologia di uso e cura dei luoghi ha fatto sì che le relazioni con la comunità circostante siano andate migliorando con il tempo. A dire il vero, tali relazioni sono sempre state buone perché la tenuta è stata frequentata sin dall’inizio da una parte della comunità di Bagno a Ripoli che non vedeva di buon occhio la privatizzazione e la vendita di un’intera collina del loro territorio».
L’interconnesione tra la comunità di Mondeggi e quella territoriale «si è concretizzata in tre progetti che prevedevano la gestione attiva del territorio da parte dei cittadini che hanno avuto la possibilità di prendersi cura di piccoli appezzamenti di oliveta, di filari di vigna o di terreni su cui impiantatre il proprio orto – proseguono i promotori – in questo modo ognuno ha contribuito alla custodia del territorio e al contempo si è potuto autoprodurre parte del cibo. Questo passaggio ci ha permesso di gestire molti ettari della tenuta e ha avvicinato tante persone, contribuendo a creare un generalizzato clima di sostegno intorno a questa esperienza».
L’esperienza di Mondeggi era partita con un momento conflittuale (la nascita del presidio contadino) che aveva inizialmente innescato nella popolazione diffidenza e malumori, con momenti di confronto anche accesi. «E’ comunque interessante segnalare che molte recriminazioni e diffidenze sono venute meno nel momento in cui le persone hanno deciso di saperne di più, venendo a conoscere direttamente la comunità e il lavoro che sta svolgendo – spiegano ancora da Mondeggi – Nell’ultimo anno, per poter affrontare al meglio la prospettiva di poter gestire l’intera tenuta rimessa a lucido con i soldi del PNRR, abbiamo avviato un percorso di progettazione della nuova Mondeggi con tante associazioni del territorio che si sono volute riconoscere nei nostri principi ispiratori (agroecologia e bene comune) e che hanno contribuito ad allargare ancor di più la fruibilità della tenuta».
E Malgrado le difficoltà, a Mondeggi sono riusciti ad avviare diversi progetti agricoli che hanno portato a piccole produzioni che hanno consentito la partecipazione ai mercati contadini in città, il rifornimento qualche GAS del territorio e in parte l’autosostentamento.
«E’ ovvio che in una situazione come questa tutti i presidianti hanno dovuto integrare il proprio reddito con lavori esterni, che speriamo vadano a esaurirsi con lo stabilizzarsi della nuova fase che ci aspetta – spiegano sempre da Mondeggi – Siamo nati pensando alla grande e vogliamo continuare a farlo con l’entusiasmo del primo giorno. Il nostro sogno è quello di far emergere finalmente Mondeggi come un vero bene comune, leggibile e aperto a tutta la comunità territoriale. Per fare ciò il progetto futuro prevederà lo sviluppo delle attività agroecologiche su tutti i terreni della tenuta, nonché la nascita di attività sociali che possano interessare tutti nuclei presenti. L’attuazione di questo progetto, che abbiamo sia presentato pubblicamente che protocollato ufficialmente in Comune e in Città Metropolitana, consentirà la gestione dell’intera tenuta con un ulteriore coinvolgimento di cittadini e associazioni. In ultimo, non possiamo non pensare al prossimo triennio che ci aspetta, probabilmente a partire dal prossimo autunno. E’ questo il primo, vero, grande stravolgimento che saremo chiamati ad affrontare, in quanto in questo periodo la tenuta verrà popolata da mezzi pesanti, recinzioni, imprese edili che necessariamente stravolgeranno, anche se temporaneamente, l’ambiente che abbiamo conosciuto. Nonostante ciò riteniamo fondamentale continuare la nostra attività, sia agricola che sociale, anche in questo contesto, ben consci del fatto che una comunità nata su un determinato territorio e per la sua cura, se questo territorio viene meno, rischia la propria sopravvivenza. Per tale motivo, nei periodici confronti che abbiamo avuto con i tecnici della metrocittà, abbiamo sin dall’inizio dichiarato con fermezza che il presidio deve rimanere sul territorio anche nel periodo dei cantieri. Il bene comune non può interrompersi, così come la fattoria e la gestione agroecologica dal basso dei terreni: il futuro della comunità di Mondeggi non può prescindere dal prossimo triennio, e su questo punto continueremo decisi e fermi nel confronto con la città metropolitana».
_______
ABBONATI ANCHE TU ALLA RIVISTA TERRA NUOVA
IL PRIMO MENSILE ITALIANO DEL VIVERE BIO!
E se vuoi fare un regalo che dura tutto l’anno e fa bene al pianeta, scegli di donare ai tuoi amici o ai tuoi familiari l’abbonamento a Terra Nuova!
Per chi si abbona sono disponibili sconti, agevolazioni e vantaggi presso aziende, operatori, strutture che si occupano di servizi, corsi, salute, casa, benessere e tanto altro.
E con l’abbonamento a Terra Nuova hai anche:
Dal 1977 Terra Nuova rappresenta un punto d’incontro tra chi cerca uno stile di vita più sano e in armonia col Pianeta e le tante realtà italiane in linea con i principi di ecologia e sostenibilità.