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La crisi cambia gli italiani: boom delle riparazioni

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La crisi cambia le abitudini degli italiani. Secondo i dati forniti da Cna, nell’ultimo anno oltre il 60% ha fatto ricorso a riparazioni sartoriali per non dismettere capi di abbigliamento e l’87% tende a recuperare un articolo danneggiato o usurato.
La crisi cambia le abitudini degli italiani. Secondo i dati forniti da Cna, nell’ultimo anno oltre il 60% ha fatto ricorso a riparazioni sartoriali per non dismettere capi di abbigliamento e l’87% tende a recuperare un articolo danneggiato o usurato.
Stesso discorso per gli elettrodomestici. Se si rompono, l’85% degli italiani punta ad aggiustarli: il 43% si affida a un tecnico per ripararlo, mentre il 42% sceglie la strada del fai-da-te. E’ quanto emerge da due sondaggi realizzati da Swg per conto della Cna. 
“Dallo shopping sfrenato al rammendo”
Dal 2008 quasi due italiani su tre hanno ridotto la spesa per l’abbigliamento. Nell’ultimo anno oltre il 60% ha fatto ricorso a riparazioni sartoriali  e l’87% recupera un articolo danneggiato o usurato. Una rivoluzione che ha convertito anche le ultime generazioni alla cultura del rammendo.
Rispetto al 2008 il 62% del campione ha ammesso di aver diminuito la propria spesa per l’abbigliamento, contro il 24% che l’ha lasciata invariata, il 13% che l’ha aumentata e l’1% che è indeciso. Tra quanti hanno ridotto i loro consumi il 19% ricorre più spesso di prima alle riparazioni, contro un 39% che acquista meno abiti e il 28% che compra lo stesso numero di capi, ma di qualità inferiore. Per quanto riguarda le calzature, a ridurre la loro spesa è stato il 54% del campione (rimasta invariata per il 31% e aumentata per il 14% degli interpellati). Anche per le scarpe si fa ricorso ancora più di prima alla manutenzione: il 23% dei partecipanti alla indagine assicura di andare più spesso dal calzolaio.  Per la pelletteria, la riduzione di spesa ha interessato il 57% dei consumatori, contro il 31% che l’ha lasciata uguale e il 6% che l’ha incrementata. Per borse e valigie, cinture e portafogli il ricorso più massiccio alle riparazioni riguarda il 18% degli interpellati.
Il 60% dei consumatori è ricorso al rammendo, il 65% alla riparazione e il 67% al cambio di cerniere e zip. In cinque anni il ricorso alle riparazioni è aumentato nel 48% per l’abbigliamento; nel 29% dei casi nelle calzature; nel 30% dei casi nella pelletteria.
Ma a chi si rivolgono i consumatori per riparare i propri capi di abbigliamento? Anche su questo fronte la crisi sta facendo sentire i suoi effetti. Il 35% degli interpellati per le riparazioni sartoriali si rivolge ad amici e/o parenti, il 28% cerca di arrangiarsi e il 31% si rivolge a laboratori e sartorie specializzate
“Elettrodomestico rotto? Lo riparo, non lo cambio” 
Per quanto riguarda gli elettrodomestici, quando se ne rompe uno, solo il 13% degli interpellati ne compra uno nuovo. L’85%, invece, punta ad aggiustarlo. Per la precisione, il 43% si affida a un tecnico per ripararlo, mentre il 42% sceglie la strada del fai-da-te, equamente divisi tra quanti si arrangiano da soli e quanti si affidano ad amici e parenti. La crescita della disoccupazione, inoltre, stimola la tendenza ad arrangiarsi degli italiani. Rispetto al 2008, il 25% degli interpellati ha assicurato che ricorre al fai-da-te più di prima contro un 10% che invece vi ricorre meno spesso di prima e un 43% rimasto sugli stessi livelli precedenti. Quanto alla spesa che gli interpellati hanno ammesso di voler sostenere per le riparazioni, in cinque anni è diminuita per il 25% degli interpellati e aumentata per il 12%, rimanendo inalterata per il 55%.

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