La Danimarca vieta gli oli combustibili
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In tutti nuovi edifici non è più permesso installare caldaie a gas o a olio combustibile. Dal 2016 dovranno sparire anche dagli edifici esistenti, qualora possano essere serviti da reti di teleriscaldamento o dal gas. A questo fine in 3 anni il governo danese stanzia 42 milioni di corone, cioè circa 5,6 milioni di euro.Lo prevede la legge danese sull’energia (si legga qui la sintesi), approvata dal Parlamento a marzo 2012 quasi all’unanimità. La legge prevede che il Paese nel 2020 raggiunga una quota di rinnovabili sul fabbisogno energetico totale pari al 35%. Per lo stesso anno le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte del 34% rispetto ai livelli del 1990 e la domanda di fonti fossili verrà tagliata di un terzo.
L’eolico già ora fornisce circa il 25% dell’elettricità del Paese e, nel giro di 7 anni, il piano prevede di arrivare al 50% (con contestuale sviluppo di accumuli e altre tecnologie della smart grid), mentre le grandi centrali a carbone dovranno gradualmente convertirsi a biomassa (sebbene su questo fronte le critiche e le contraddizioni siano ormai moltissime).
Altri fondi (35 milioni di corone) sono destinati a promuovere la geotermia a bassa entalpia e le pompe di calore. Una conversione alle rinnovabili interesserà anche i processi industriali: circa 500 milioni di corone (67 milioni di euro) all’anno dal 2014 al 2020 e 250 milioni di corone per il 2013. Nei trasporti i danesi punteranno sull’elettrificazione, per esempio con fondi ad hoc per installare le colonnine di ricarica per le auto elettriche.
Le risorse arriveranno dalle bollette energetiche, tuttavia il Governo di Copenhagen compenserà in parte il caro energia riducendo la pressione fiscale. La bolletta costerà comunque di più, ma si tratta, secondo il Governo danese, di un investimento. Solo con il miglioramento dell’efficienza energetica, si stima che la Danimarca risparmi 242 milioni di euro l’anno per il 2020, ed è quasi certo che il prezzo delle fonti fossili, quindi anche dell’olio combustibile, lieviterà negli anni a venire.
In Italia alle rinnovabili andranno 12,5 miliardi nel 2016; si spendono 60 miliardi all’anno in importazioni di energia fossile, cui si aggiungono i circa 9 miliardi di incentivi pubblici all’anno che le fonti sporche ricevono in Italia.