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La maxi fabbrica degli animali clonati

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Centomila embrioni clonati di animali ogni anno, per arrivare a un milione nel giro di pochissimo tempo. Succederà  nel centro di clonazione animale di Tianjin, in Cina, che si prepara a invadere il mercato.
L’investimento è pari a 200 milioni di yuan (31 milioni di dollari) e verranno clonati dai cani da compagnia ai bovini da carne e latte fino ai cavalli da corsa. Il progetto è finanziato anche con fondi pubblici e l’edificio principale sarà pronto nella prima metà del 2016. L’operazione ha fini commerciali e mette in produzione ciò che in Cina si sta facendo da 15 anni. Lo fa sapere l’agenzia di stampa cinese Xinhua.
Coinvolti nell’intesa sono l’aziendaSinica(che produce staminali) e  laTeda (area per lo sviluppo tecnologico di Tianjin). Pare che nel programma ci sia anche la produzione di quelli che sono stati definiti “primati non umani”. Sinica, assieme alla sudcoreana Sooam, ha già clonato 550 cani da fiutoche lavorano con la polizia negli aeroporti e alle dogane.
La Cina, dunque, percorre sulle grandi dimensioni strade già, ahinoi, imboccate per esempio dagli Stati Uniti, più in scala ridotta. Il Parlamento europeo, invece, ha votato a settembre contro l’utilizzo di animali di allevamento clonati perché spesso soffrono di più malattie rispetto a quelli normali.
La fabbrica-fattoria-macello in questione occuperà 14mila metri quadri.
Da sottolineare come la Sooam fornisca questo genere di “servizio” anche ai privati, quelli che possono permettersi di pagare cifre molto alte, clonando cani: con 100mila dollari e un campione dei tessuti dell’animale domestico preferito, lo si può riprodurre in laboratorio. Il punto è che a parte l’estetica, non c’è nessuna garanzia scientifica che il carattere e le abilità del cane madre vengano trasferiti ai suoi cloni. E la storia della Sooam è già macchiata da uno scandalo. Nel 2004 il suo presidente Hwang Woo-suk aveva dichiarato di essere stato il primo ad essere riuscito a far derivare cellule staminali da un embrione umano clonato. Notizia che fu smentita.
La controparte cinese Boyalife, una conglomerata che dal 2009 opera in 16 regioni cinesi, non lavorerà solo sugli animali da allevamento. Secondo quanto comunicato ai media dallo stesso fondatore, a Tianjin si occuperà anche di produrre “modelli malati” di animali di grossa taglia. Bgi, un’azienda di Shenzhen, produce già 500 “modelli malati” di maiali all’anno per sperimentare nuovi farmaci.

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