Nata negli anni ’70, la permacultura oggi è una realtà diffusa in tutto il mondo. Il metodo per coltivare la terra, ideato da Bill Mollison e da David Holmgren, rappresenta una filosofia, un modo di vivere e un insieme di metodi e tecniche che vuole in primo luogo creare società rispettose della natura e dell’uomo.
A parlarne è Francesca Della Giovampaola, ideatrice di Bosco di Ogigia, per raccogliere alcuni consigli su come ognuno di noi può intraprendere questo nuovo stile di vita, all’insegna del rispetto per se stessi e per l’ambiente che ci circonda.
«Le permacultura è un modo di vivere compatibile con le nuove mode ecologiste che si stanno via via diffondendo, perché come afferma Bill Mollison, nonostante i problemi del mondo siano sempre più complessi, le soluzioni restano di una semplicità imbarazzante. La permacultura è un approccio che può essere declinato in tutti gli aspetti della vita umana: dall’ambiente all’energia, al nostro rapporto con gli elementi che compongono il sistema natura, al nostro metodo di coltivare la terra per produrre cibo. Ha a che fare con il modo di alimentarsi, perché si può avere a disposizione cibo fresco, sano, biologico, ricco di elementi nutritivi» spiega Francesca.
Sono tre i principi fondamentali: prendersi cura della terra, dell’uomo, condividere equamente tutte le risorse.
«Il primo riguarda la possibilità di lavorare in armonia con l’ambiente in cui viviamo – spiega Francesca – sfruttando in modo ragionevole le risorse che abbiamo a disposizione, operando per ridurre il nostro impatto sul pianeta. Prendersi cura dell’uomo, secondo principio cardine della permacultura, pone al proprio centro l’uomo e vuole la cooperazione tra gli individui e la condivisione delle risorse, senza dar spazio alla competizione. Il concetto di condivisione è anche alla base del terzo principio, che prevede la condivisione in modo equo delle esperienze, oltreché dei raccolti».
Francesca e la realtà che ha contribuito a fondare offrono cinque spunti per chi volesse lasciarsi ispirare:
1. Lavorare per e non contro la natura
“La natura è la nostra migliore compagna”, afferma Francesca. “Non le facciamo la guerra, ma la assecondiamo così che possa svolgere lei il grosso del lavoro al nostro posto. Erbe spontanee, animali terricoli, scarti organici sono risorse e non problemi”. Quello che vive nel sottosuolo è il nostro aratro, è ciò che rende la terra soffice, fertile e permeabile. Da evitare quindi interventi drastici (come la vangatura, appunto) che rischiano di danneggiare il terreno stesso, dando solamente poche file di ortaggi ordinati.
2. Prendere il tempo necessario: conoscere il terreno, progettare prima di agire
Fare le cose di fretta può essere nocivo per il nostro orto o giardino; prima di buttarsi a capofitto è importante “imparare a conoscere lo spazio che si vuole coltivare, contare le ore in cui il sole è disponibile, controllare le temperature in varie stagioni e le direzioni dei venti. Prendetevi almeno un anno per completare il progetto del vostro orto, intanto assicuratevi un raccolto con esperimenti in piccola scala che possano farvi capire quali piante sono più adatte al clima e al terreno che avete a disposizione”.
3. Dare spazio alla biodiversità
La permacultura non contrasta alcun essere vivente, quindi “più saranno varie le coltivazioni e l’ambiente, meno ci sarà bisogno di intervenire con trattamenti impegnativi e forse costosi. La biodiversità è garanzia di resilienza in caso di eventi avversi, sempre più frequenti per via dell’instabilità climatica in corso”. Anche gli insetti che solitamente si nutrono delle piante che si coltivano potranno approfittare di questa varietà di coltivazioni per “sfogarsi” su altre piante “sacrificali”.
4. Dare valore e cura alle relazioni sociali
Prendersi cura di un orto o un giardino non è cosa semplice se lo si deve gestire da soli; “la gestione di un angolo di natura dovrebbe essere sempre condivisa, per spartirsi gli impegni, ma anche per svolgere i lavori in compagnia”.
5. Divertirsi, altrimenti non è permacultura
“Durante i lavori nell’orto è fondamentale star bene, godersi il tempo che trascorriamo a contatto con la natura e divertirsi, che sia da soli o insieme ad altre persone. Se si sorride mentre si coltiva i lavori saranno molto più facili e leggeri. Anche le piante ringrazieranno!”.
Il Bosco di Ogigia
Il
Bosco di Ogigia è un progetto di comunicazione su pratiche agricole sostenibili, progettazione in permacultura e conoscenza dell’ambiente e dei suoi cicli naturali. In un momento così delicato, con crisi ambientali, economiche e sociali, c’è bisogno di strumenti utili e soluzioni pratiche: il Bosco di Ogigia informa su questi temi e dà consigli su buone pratiche “sostenibili”, cercando soluzioni semplici per migliorare la qualità della nostra vita e quella dell’ambiente in cui viviamo. Il Bosco di Ogigia è anche un luogo fisico, un campo dove sta crescendo una food forest o bosco commestibile, un ecosistema progettato dall’uomo dove si produce cibo e altre risorse.
Letture utili
Partendo dall’osservazione dei modelli naturali, la
Permacultura propone un nuovo modo di fare agricoltura a basso impatto ambientale, realizzare abitazioni ecosostenibili e gestire le risorse energetiche.
E Terra Nuova ha pubblicato in proposito l’utilissimo libro di Saviana Parodi Delfino
“Manuale di permacultura integrale”.L’autrice, forte dei lunghi anni di esperienza in diversi paesi, ci mostra come applicare i principi della permacultura anche nella vita di tutti i giorni e scoprire le attitudini necessarie per una vita in armonia con l’ambiente e gli ecosistemi.
Un invito a mettere in pratica i nostri sogni e imparare a imitare la natura per una nuova economia della felicità.
Saviana Parodi Delfino è una biologa molecolare. Nel 1991 scopre in Australia la permacultura, di cui diventa, dopo una lunga formazione, divulgatrice. Dal 1995 realizza progetti in permacultura in Italia e all’estero (Australia, Sud America, Svizzera, Burkina Faso). Nel 2006 è tra i fondatori dell’Accademia italiana di permacultura. Vive tra l’Italia e l’Argentina.