Ecco in breve la storia dell’abete, che nel tempo è diventato il “nostro” albero di Natale carico di simbolismo e di significati.
Nei culti celtici, come in altre tradizioni, l’abete viene sempre associato al solstizio d’inverno e nello specifico viene consacrato al giorno della nascita del Fanciullo divino. Siamo di fronte ancora al mito della luce solare divina, al dualismo di morte e rinascita che fondamentalmente sta alla base della mitologia degli alberi. Siamo nel momento più buio dell’anno: le ore diurne sono ridotte al minimo.
Tutto è ovattato e lento; i battiti della vita sono quasi impercettibili se passeggiate nel bosco in questo periodo. Eppure una forza maestosa e silenziosa aleggia nell’aria, una presenza estremamente vitale veglia su questa stagione: l’abete, e con lui tutti gli alberi sempreverdi.
Le popolazioni dell’Asia settentrionale lo consideravano insieme alla betulla, l’Albero Cosmico, la scala divina per giungere alla luce, colonna portante e punto d’incontro tra cielo e terra.
Dal Medioevo l’abete diventa il classico albero di Natale; i contadini erano soliti tagliarne uno nel bosco per portarlo a casa dove veniva addobbato con ghirlande, dolciumi e candele. Questa usanza fu introdotta nei paesi latini piuttosto in ritardo, precisamente alla corte di Francia nel 1840. Fu semplice adattare la tradizione nordica a quella cristiana, dove l’abete divenne simbolo della luce divina di Gesù sceso sulla Terra.
Esiste anche un’altra simbologia dell’abete legato al femminile, al suo stato sempreverde e alla capacità di riprodursi spontaneamente. Il mito fa riferimento ad Artemide e quindi alla Luna, protettrice delle donne partorienti e dei neonati. L’albero stesso nella sua struttura ci ricorda con le sue fronde delle lunghe braccia che scendono a proteggere ciò che sta sotto.
I piccoli abeti ad esempio hanno bisogno dell’ombra di un abete madre per poter crescere sani e la tradizione vuole che si portassero a riposare sotto questi grandi alberi i bambini di salute cagionevole. Ancora una volta non ci stupisce come scienza e tradizione collimino nel fatto che le principali proprietà dell’abete siano adatte a bambini che hanno ritardi nella crescita e fragilità ossea.