Non sappiamo gestire lo stress, che diventa la prima causa di malattia, assenteismo e scarsa produttività sul posto di lavoro. Una carenza diffusa soprattutto nelle piccole aziende. Un programma europeo per imparare ad affrontarlo
È lo stress il nemico dell’uomo moderno. Ma è anche il nemico delle aziende. Uno studio dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e dal Salute sul Lavoro (Eu Osha) lo mette al primo posto tra i problemi del mondo del lavoro, che causa ripercussioni grosse sulla produttività. Si comincia dalla disattenzione, ai cali di umori, fino a possibili incidenti, conflitti e assenteismo.
Gli studi suggeriscono che il 50-60 % di tutte le giornate lavorative perse è dovuto allo stress lavoro-correlato e ai rischi psicosociali
Nel 2020 sarà la principale causa di malattia, perché diverse patologie e idiosincrasie sono riconducibili a questa piaga della società odierna. Il 25% dei lavoratori sostiene di soffrirne per tutto o per la maggior parte dell’orario di impiego, e una percentuale simile riferisce che l’attività lavorativa ha un impatto negativo sulla propria salute. Si tratta del problema di salute più frequente legato all’attività lavorativa in Europa dopo i disturbi muscoloscheletrici. Nell’arco di nove anni, quasi il 28 % dei lavoratori europei ha riferito di essere esposto a rischi psicosociali che hanno compromesso il benessere mentale.
I costi complessivi dovuti ai disturbi relativi alla salute mentale in Europa (legati o meno al lavoro) sono stimati a 240 miliardi di euro all’anno (10). Meno della metà di questa somma deriva dai costi diretti, come le cure mediche, mentre si attesta a 136 miliardi di euro la perdita di produttività, compreso l’assenteismo per malattia
Lo stress lavoro-correlato insorge quando le esigenze lavorative sono superiori alla capacità del lavoratore di affrontarle.
Le cause scatenanti vanno ricondotte all’eccessiva monotonia e durata dei compiti richiesti o all’eccessiva complessità e intensità degli stessi, così come a forme di discriminazione e molestia subite. La precarietà stessa del proprio ruolo inoltre, nel contesto attuale di crisi finanziaria e occupazionale, è troppo spesso fonte costante di ansia e disagio.
Purtroppo, di fronte all’evanescenza, o meglio alla natura immateriale di questo male, sono meno di un terzo le imprese del Vecchio Continente dotate di procedure attive per contrastarlo. C’è una carenza soprattutto nel mondo delle piccole imprese. Il sondaggio Esener dell’EU OSHA ha mostrato che, mentre il 40-50 % delle organizzazioni di più grandi dimensioni (con oltre 250 dipendenti) si avvale di misure per fronteggiare i rischi psicosociali, solo il 20-30 % delle organizzazioni più piccole (con 10-49 dipendenti) ha posto in essere tali misure L’iAgenzia Europea Eu Osha ha pensato bene di fornire una guida per aiutare lavoratori e datori di lavoro a gestire lo stress e prevenirne le conseguenze.
La guida elettronica sulla gestione dello stress e dei rischi psicosociali è disponibile nelle versioni nazionali. La guida fornisce informazioni relative allo stress e ai rischi psicosociali dovuti al lavoro al fine di favorire la comprensione, la gestione e al contempo sensibilizzare su tali problemi sul luogo di lavoro.
Una delle ricette principali che i datori di lavoro possono attuare è il coinvolgimento dei lavoratori, creando un clima di fiducia in cui i lavoratori si sentiranno a proprio agio nel riferire eventuali problemi.