Chi sa cosa c’è negli
inserti di pelliccia usati per l’abbigliamento dei bambini? A scoprirlo sono state le analisi condotte dalla Lav che periodicamente
aggiorna i risultati della campagna anti-pellicce Toxic Fur.
Dai risultati è emerso che questi inserti contengono formaldeide, metalli pesanti, pentaclorofenolo e altre sostanze cancerogene. Si tratta, quindi, di pellicce tossiche. L’indagine è stata condotta su 6 capi d’abbigliamento di 5 note marche (Il Gufo, Miss Blumarine, Fix Design, Gucci, Brums) in vendita in Italia: negli inserti in pelliccia analizzati erano presenti sostanze chimiche con valori superiori ai requisiti obbligatori presenti nella legislazione europea del settore (Reach). Dice la Lav: “Uno degli articoli (marca Brums) non potrebbe essere posto in vendita sul mercato nazionale dato che risulta contaminato da un quantitativo di Nonilfenolo Etossilato 2,5 volte superiore allo standard
REACH (Reg. 2006/1907/CE)”. Ma non solo. Alcuni campioni analizzati presentano dei livelli di formaldeide nettamente superiori a quelli rinvenuti negli ultimi anni in altri prodotti tessili e per i quali sono state diramate diversi avvisi di allerta
Rapex (sistema europeo di allerta per la tutela dei consumatori) per il ritiro dal mercato.
Prendiamo ad esempio la formaldeide. Le analisi hanno rivelato quanto segue:
Marca mg/kg
Il Gufo 170,2
Miss Blumarine 94,6
Fix Design (borsa) 2
Fix Design (giacca) 41,4
Gucci 2
Brums 74,4
Altre sostanze rinvenute sono il PCP Pentaclorofenolo, il TeBT Tetrabutil Stagno, TeCP Tetraclorofenoli, Tetracloro Etilene, metalli pesanti (Cromo III, Alluminio, Piombo), nonché tracce di Idrocarburi Policiclici Aromatici (Pirene, Naftalene, Fenantrene, Fluorantrene). Dovrebbe essere inibita la commercializzazione di alcuni capi sul territorio italiano, per il mancato rispetto del
“Codice del Consumo” (Decreto Legislativo 206/05 – art. 103: definizione di prodotto sicuro), legato alla presenza di residui di sostanze potenzialmente pericolose, che renderebbero le pellicce tossiche.
La Lav ha rivolto un appello alle aziende coinvolte e al Ministero della Salute, chiedendo il ritiro dal mercato a scopo precauzionale dei prodotti segnalati e la promozione di specifici accertamenti su altri eventualmente ancora in vendita. Ma invita anche le autorità europee a diramare un’allerta RAPEX (Rapid Exchange of Information System of the EU), per avvertire gli altri Paesi Membri della presenza sul mercato continentale di capi d’abbigliamento contaminati.
E soprattutto: porre fine all’uso di pelliccia animale.
Clicca qui per i test empirici consigliati da Lav per verificare gli inserti in pelliccia Qui le aziende fur-free