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Prodotti naturali: quelli veri e quelli finti

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Cresce la domanda di cosmetici naturali, ma anche la diffusione di prodotti pseudonaturali.
Prodotti naturali: quelli veri e quelli finti
I cosmetici naturali sono sempre più gettonati. Purtroppo resta ancora difficile distinguere i prodotti con componenti interamente naturali da quelli che si ispirano vagamente al concetto di natura. Gli analisti del settore non a caso dividono il campo di indagine tra la cosmetica naturale e quella «naturally inspired», rilevando trend di mercato differenziati. Nella prima metà del 2011, ad esempio, la domanda di cosmetici naturali è cresciuta in misura rispettabilissima, con indici oscillanti tra il 5 e l’8%. I prodotti «naturally inspired» però sono cresciuti addirittura del 21%.

La grande distribuzione ovviamente gioca un ruolo centrale nello smerciare prodotti naturali, veri e finti. Sempre più consumatori infatti cercano un po’ di «biologico» a buon prezzo tra gli scaffali del supermercato. È sempre più evidente tuttavia che per il comparto dell’ecocosmesi una delle prossime sfide più urgenti è proprio quella di riuscire a differenziarsi dalla cosmetica pseudonaturale. Intanto, anche durante il Sustainable cosmetics summit svoltosi a Parigi a fine novembre, i riflettori sono stati puntati sugli slogan ingannevoli utilizzati da alcune grandi aziende. Secondo il formulatore Judi Beerlin, la presenza di ingredienti sintetici utilizzati nelle formulazioni spesso è superiore al previsto. Duro il giudizio sui comportamenti specifici di alcuni marchi leader del settore a singoli prodotti. Si è analizzato il caso di una crema per mani, che pur contenendo ingredienti naturali come cera d’api e oli di cocco e lavanda, includeva alte percentuali di elementi di sintesi, come EDTA e propilene glicol. C’era poi una linea di prodotti specifici per bambini che contenevano ingredienti inaccettabili in una formulazione naturale. Al summit si è richiesta inoltre una maggiore attenzione nel non confondere l’origine degli ingredienti con la qualità della formulazione. Anche prodotti con ingredienti provenienti da coltivazioni biologiche o dal commercio equo, infatti, vengono spesso mescolati con una serie di ingredienti convenzionali.

Ciò che è emerso ancora una volta al Summit di Parigi è che, al di là dei vari messaggi promozionali, mancano ancora criteri univoci per i prodotti cosmetici e di igiene personale naturali. Non è solo un problema di certificazioni, ma di controllo sulla pubblicità ingannevole. In Italia il Codice del consumo ha riconosciuto fra i diritti fondamentali dei consumatori un’informazione adeguata e una pubblicità corretta, e ha stabilito che la sicurezza, la composizione e la qualità dei prodotti devono essere comunicate in modo chiaro, tale «da assicurare la consapevolezza del consumatore». Il Codice vieta la pubblicità ingannevole, intesa come qualsiasi forma di pubblicità che possa indurre in errore i consumatori condizionandone le scelte con dichiarazioni, presentazioni e immagini del prodotto false o ambigue relativamente alle caratteristiche e agli effetti.

Chi effettua i controlli? Alle varie associazioni di consumatori compete sempre più il ruolo di monitorare il mercato. E agli organi di informazione quello di dar voce alle realtà che, fatto non trascurabile, le promesse le mantengono.

L’articolo “Prodotti naturali: quelli veri e quelli finti” è tratto da Terra Nuova – Gennaio 2012 disponibile anche come eBook.

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