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Shampoo alla formaldeide

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Un maxi sequestro di shampoo avvenuto in Italia svela la presenza di formaldeide oltre il consentito. Solo la cosmesi naturale esclude l’uso di questa sostanza cancerogena
Contenevano formaldeide oltre le soglie consentite le oltre 50.000 confezioni di shampoo cosiddetto lisciante, sequestrate dalla Guardia di Finanza di Brescia il 9 aprile scorso. La formaldeide è una sostanza tossica e cancerogena usata come conservante nell’industria cosmetica convenzionale, in colle e vernici acriliche.
L’inchiesta ‘Riccioli d’oro’ della Procura di Brescia ha fatto scattare i provvedimenti in tutta Italia. Questi shampoo e nello specifico la formaldeide, nota per i suoi effetti liscianti, è tossica e potrebbe favorire la sclerosi e diverse forme di tumore. la Procura di Brescia  ha chiesto l’immediato ritiro dei prodotti su tutto il territorio nazionale e il rinvio a giudizio per cinque rappresentanti legali delle società coinvolte, con sedi a Napoli, Casalecchio di Reno (Bologna), Ciampino (Roma) e Montescudaio (Pisa). Il giro di affari si aggira intorno ai 150 milioni di euro.
Le indagini, si spiega in una nota, sono iniziate nel novembre del 2010. Sotto la direzione dei pm Sandro Raimondi e Paolo Savio l’inchiesta “ha interessato tutto il territorio nazionale e ha riguardato l’illecita importazione (soprattutto dal Brasile), distribuzione e applicazione di prodotti cosmetici per capelli, particolarmente diffusi negli ultimi anni per le loro durature proprietà liscianti”. “L’attenzione dei militari – si legge nel comunicato – è stata inizialmente destata da fatti di cronaca che avevano registrato il ricovero di alcune donne dopo che si erano sottoposte al trattamento di lisciatura dei capelli in alcuni saloni di parrucchiere”.
Un indagine de Il Salvagente di qualche anno fa aveva confermato che nella formulazione degli shampoo più delicati, finisce regolarmente una serie di sostanze tossiche, allergenizzanti e persino cancerogene, come la formaldeide, i parabeni e il methylchloroisothiazolinone, a cui ormai è sensibilizzata metà della popolazione. L’unico garanzia è la cosmesi certificata biologica.

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