Siamo tra i maggiori consumatori di antibiotici
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Il consumo elevato, che va di pari passo ad un uso non appropriato, è la causa principale del fenomeno detto antibiotico-resistenza, cioè lo sviluppo di ceppi batterici sempre più forti che non riescono più ad essere debellati, appunto, dagli antibiotici disponibili. In alcuni casi il consumo italiano è stato più elevato di oltre il 100% rispetto agli altri Paesi.L’Italia, inoltre, è risultato il Paese europeo con il più elevato consumo di antibiotici in formulazione iniettabile, corrispondenti a quasi il 3% del consumo totale di antibiotici. e un uso elevato di alcune classi di antibiotici come chinoloni e cefalosporine.
In Italia nel 2008 il 44% della popolazione assistibile ha ricevuto almeno 1 prescrizione di antibiotico, con maggior impiego in età pediatrica e nella popolazione anziana. In particolare, nel corso del 2008, 53 bambini su 100 e 50 anziani su 100 hanno ricevuto almeno un antibiotico. Con l’avanzare dell’età diviene maggiore anche la frequenza di prescrizioni di antibiotici ripetute (6 o più prescrizioni nel 17% dei casi). In particolare nella fascia di età 15 – 64 anni vi è un maggior utilizzo nella popolazione femminile mentre nella fascia di popolazione ultrasessantacinquenne la prevalenza è tra i soggetti di sesso maschile.
A livello regionale nel 2008: consumi più bassi al Nord e più elevati al Sud. Nel 2008 9 regioni del Centro Sud hanno registrato valori superiori alla media nazionale mentre le Province autonome di Trento e Bolzano e 10 regioni del Centro nord hanno presentato consumi inferiori alla media. I consumi più elevati sono stati registrati in Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia Campania, Molise, Abruzzo, Lazio e Umbria. Calabria, Campania e Sicilia hanno presentato valori di consumo più che doppi rispetto a quelli delle regioni a più basso consumo. Gli antibiotici rappresentano una delle categorie farmacologiche che risente maggiormente del fattore della stagionalità. Si notano due picchi in alto in corrispondenza del periodo autunno-inverno e un picco in basso nei mesi estivi. In dettaglio gli antibiotici vengono prescritti nei mesi di gennaio e febbraio in quantità quasi doppia rispetto ai mesi di luglio e agosto. Impennata dei consumi in coincidenza del picco influenzale.