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Slow Food: «Sì doggy bag contro lo spreco, ma occorre anche l’educazione alimentare»

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«Sì alla più ampia diffusione della doggy bag negli esercizi pubblici, ma non basta. Lo spreco si combatte prima ancora di mettere le gambe sotto a un tavolo in un’osteria, in una pizzeria o in un ristorante. Lo si combatte attraverso l’educazione alimentare»: così Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia.
Slow Food: «Sì doggy bag contro lo spreco, ma occorre anche l’educazione alimentare»
Slow Food Italia da anni si batte contro lo spreco alimentare, una vera e propria piaga sociale, economica e ambientale – che a livello globale si traduce in un terzo del cibo prodotto che viene gettato via, in un contesto che vede un miliardo di persone soffrire la fame – e guarda con favore a tutte le iniziative finalizzate a ridurlo. 
«Come consumatrice, avere la possibilità di portare a casa gli avanzi è un atto di buon senso e di rispetto verso il cibo – dichiara Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – Adottare un meccanismo che consenta la più ampia diffusione della doggy bag negli esercizi pubblici, purché pensato in modo da non gravare sulle spalle dei ristoratori, è positivo, tuttavia insufficiente se pensato da solo. Lo spreco a tavola si combatte prima ancora di mettere le gambe sotto a un tavolo in un’osteria, in una pizzeria o in un ristorante. Lo si combatte attraverso l’educazione alimentare, comprendendo il valore del cibo, il modo in cui viene prodotto, confezionato, venduto e distribuito e scegliendo di conseguenza. Un impegno, quindi, che riguarda tutta la filiera, e che è possibile solo attuando interventi decisi a livello politico e gestionale». 
Un compito, quello di educare all’alimentazione, che secondo Slow Food tocca direttamente anche i ristoratori: «accogliendoci nei propri locali, attraverso i piatti che propongono, possono e devono divenire veri e propri educatori al gusto. Valorizzando le filiere di approvvigionamento locali, promuovendo un consumo consapevole delle risorse, privilegiando ingredienti di stagione e preparazioni che esaltino la fantasia e l’estro in cucina nell’utilizzare anche ciò che comunemente è considerato scarto: dal quinto quarto alla carota non perfetta» conclude Nappini. 
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