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Stop al consumismo sfrenato. Che #GreenFriday sia!

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Al “nero” del Black Friday rispondiamo con il verde: il verde di una passeggiata all’aperto in un parco. Il verde di un venerdì in compagnia di chi si ama, il verde che ci fa cambiare dal basso, per comprare meno e meglio, per acquistare ciò che è utile per attuare buone pratiche e ciò che è stato prodotto nel rispetto dell’ambiente e dei diritti. #GreenFriday sia! Cambia prospettiva con Terra Nuova!
BlackFriday: ci si accoda per spendere, ci si fa prendere dalla bramosìa di avere, ci si tuffa nella ubriacatura del consumo a tutti i costi.
Noi di Terra Nuova boicottiamo il BlackFriday e vi proponiamo il #GreenFriday. Un giorno in cui essere liberi dal consumo fine a sé stesso, dagli sprechi e da questa sudditanza all’avere, tutto e sempre. Un giorno che possa segnare l’inizio di un percorso di buone pratiche che permettano di scegliere attentamente cosa acquistare, cioè prodotti utili, riciclabili, riusabili, prodotti nel rispetto dell’ambiente e dei diritti. Da 40 anni Terra Nuova adotta una filiera di produzione della rivista e dei libri ecologica, certificata e rispettosa dei diritti dei lavoratori, basata su scelte “verdi” che salvaguardano le foreste, riducono al minimo l’impatto ambientale e i consum e incentivano buone pratiche quotidiane.
Riprendiamoci il nostro tempo e dipingiamolo di verde. Che di nero ce n’è già abbastanza. Infatti lo chiamano il venerdì nero. È il giorno dello shopping sfrenato. Un’”abitudine” recente che – chi l’avrebbe mai detto?! –  arriva direttamente dagli Stati Uniti: il regno per eccellenza del consumismo bulimico.
Cosa prevede il Black Friday è presto detto: incredibili sconti, offerte speciali, gara all’acquisto e, ovviamente, montagne di soldi spesi per lo più in grandi negozi e siti di e-commerce, aperti 24 ore su 24, riforniti di qualsiasi merce… una festa, insomma, per le multinazionali e i mega centri commerciali, reali e virtuali. Un po’ meno per i piccoli produttori. Un castigo per tanti lavoratori. Un raggiro per i consumatori. Una condanna per il pianeta.
Non potevano scegliere nome migliore, in effetti: BlackFriday. Nero.
Nero come il petrolio che verrà sprecato tra plastiche e packaging. Ogni anno finiscono in mare 12 milioni di tonnellate di plastica per lo più usa e getta e imballaggi. L’anno scorso in questo giorno sono stati fatti in media 12 acquisti al secondo solo su Amazon. Provate solo a immaginare quante confezioni sono state utilizzate e quanta spazzatura è finita in mare. e quanta ne finirà ancora…
Nero come le condizioni del lavoro che vi si nasconde dietro. A che ritmi lavorano i dipendenti di Amazon ormai è cosa nota. Ma di lati oscuri inerenti le produzioni di grandi marchi ce ne sono molti. Per esempio quelli svelati da Abiti Puliti e Change your Shoes in un’inchiesta che svela come grandi marchi di moda – tra cui Tod’s, GEOX e Prada – siano molto lontani dal rispettare i diritti umani e sindacali degli operai che confezionano le loro merci. Nella moda come altrove: relazioni inique, sfruttamento e violazione dei diritti sono causa di una crescente sproporzione tra prezzi e valore reale dei beni. E chi ci guadagna è sempre il marchio che si appropria di oltre il 60% del prezzo finale, lasciando le briciole agli altri attori della catena di fornitura.
Nero come la morte di tante piccole imprese. L’impossibilità di competere con scontistiche e marketing sfrenato, orario continuato e magazzino smisurato, ha costretto tantissime piccole e medie imprese a chiudere. Basti pensare che in Italia nello stesso tempo in cui l’e-commerce ha macinato un più 10% di fatturato circa 300 piccole librerie hanno chiuso bottega.
Nero come l’umore di chi dopo l’ennesimo acquisto compulsivo si ritrova ancora più triste.
Lo shopping compulsivo e la dipendenza all’acquisto sono ormai patologie tristemente diffusa e riconosciute. Ma anche se non si toccano questi livelli il comprare, che spesso ci viene dipinto come momento di relax e divertimento, nasconde tutt’altro. Il piacere è effimero e la gioia dell’acquisto viene subito superata da una nuova insoddisfazione, dalla smania di comprare di nuovo. È il mercato bellezza! Verrebbe da dire. È la pubblicità, il marketing e i decenni di strategie commerciali affinate e sperimentate che parlano. Che ci sussurrano di spendere ancora. Oggi soprattutto!
Nero, nero, nero! E allora perché non rispondere col verde? Il verde di una passeggiata all’aperto in un parco. Il verde di un disegno a matita. Il verde di una cicoria ripassata! Il verde di un venerdì passato in compagnia di chi si ama. Il verde della natura. Il verde dei soldi risparmiati e del tempo guadagnato! Il verde speranza, che oggi ci siano più persone pronte a sorridere di quel che già hanno, piuttosto che comprare ciò che non gli serve. Green, perché cambiare dal basso significa comprare meno e meglio, acquistare ciò che è veramente utile per attuare buone pratiche e ciò che è stato prodotto nel rispetto dell’ambiente e dei diritti.

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