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Strategia Energetica Nazionale: il documento integrale

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E’ stato pubblicato il nuovo documento Strategia Energetica Nazionale che gli ex ministri Passera e Clini hanno approvato con un colpo di mano sollevando una valanga di critiche. Ancora schiavi del carbone…
E’ stato pubblicato il nuovo documento Strategia Energetica Nazionale che gli ex ministri Passera e Clini hanno approvato con un colpo di mano sollevando una valanga di critiche. Sono stati accolti alcuni contributi rispetto alla bozza di ottobre, ma resta un documento che continua a puntare sul carbone. I quattro obiettivi del documento sarebbero: riduzione dei costi energetici, pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale, maggiore sicurezza di approvvigionamento e sviluppo industriale del settore energia.
Il decreto è stato accolto da una valanga di critiche nel merito e nel metodo; è stato anche definito un atto illegale, perché emanato da ministri di un Governo in esercizio solo per l’ordinaria amministrazione. Il comunicato del Ministero dello Sviluppo Economico ha tenuto a precisare che sono stati recepiti alcuni contributi, tra i quali:
  • Individuazione deicosti e benefici economici, in particolare per i settori elettrico e gas
  • Una definizione più precisa delleInfrastrutture Strategiche gas, soprattutto in merito al dimensionamento di nuovi impianti distoccaggioe dirigassificazione, con garanzia di copertura costi in tariffa
  • La descrizione dellemisure di accompagnamento allagrid paritydel fotovoltaico, una volta terminato il sistema incentivante attuale
  • Una migliore definizione degli strumenti per accelerare l’efficienza energetica(per esempio certificati bianchi, PA, standard obbligatori, certificazione)
Ma il senso della SEN non cambia molto rispetto alla versione di ottobre: la sostenibilità resta una questione economica e che pensa solo ad “una graduale integrazione della produzione rinnovabile”.
Esce persino il paradosso quando si parla di uno “sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi” e dell’ambizione di diventare “il principale hub sud-europeo del gas”.
All’Italia oggi occorre ben altro.
Leggi il documento allegato

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