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Survival International: «Salviamo le lingue indigene»

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Il 2019 è l’Anno Internazionale delle Lingue Indigene. Lingue che, a centinaia e centinaia nel mondo, vengono cancellate o sono già state cancellate dalla “normalizzazione” delle culture indigene e delle nuove generazioni. Survival lancia l’allarme.
«Quando l’educazione indigena viene lasciata nelle mani dei popoli indigeni stessi, allora si può assistere a una rinascita di culture e lingue ancestrali – spiegano da Survival International –  E per la prima volta da generazioni, grazie al Wôpanâak Language Reclamation Project, la lingua wampanoag è stata recuperata ed è tornata a essere patrimonio di questo popolo».
«Oggi, nei soli Stati Uniti, si contano centinaia di lingue indigene “a grave rischio di estinzione” – spuega Survival – Decenni di politiche e leggi anti-indigene hanno portato lingue come il wampanoag vicinissime a essere perdute per sempre. E i collegi e le scuole residenziali ne sono i principali responsabili. A generazioni di bambini che hanno frequentato questi istituti è stato proibito di parlare nella propria lingua; è stato insegnato loro a vergognarsi delle loro culture e sono stati sottoposti ad atroci abusi».
«In Canada questo sistema di scolarizzazione è stato riconosciuto come genocida, e sia in Canada sia negli USA queste scuole sono state chiuse. Tuttavia l’eredità di quel trauma e di quella sofferenza sopravvive in molte comunità – prosegue l’associazione che difende i diritti dei popoli indogeni – Purtroppo le scuole residenziali sono ancora oggi una delle più grandi minacce per la sopravvivenza delle lingue tribali e delle stesse comunità indigene – sì, avete capito bene, esistono ancora!».
«In Africa, Asia, Sud America, circa due milioni di bambini indigeni studiano nelle “Factory School”, ovvero in scuole residenziali finalizzate all’assimilazione il cui scopo è indottrinare i bambini per conformarli alla “società dominante”. Non possiamo lasciare che i passati orrori coloniali si ripetano. I bambini soffrono e sono privati del patrimonio unico di conoscenze dei loro popoli, sia culturali sia ambientali. Esiste un’alternativa: un’educazione che lavori per i bambini e le loro comunità, e che rispetti le loro lingue e culture. Ecco quello per cui noi di Survival International stiamo lottando».

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